La mondina (dal verbo “mondare”, pulire) era una lavoratrice stagionale delle risaie. Il lavoro di base consisteva nello strappare erbacce che crescevano attorno alle piantine di riso, lasciando che solo esse potessero crescere. Questa operazioni avvenivano dalla fine di aprile ai primi giorni di giugno, quando i campi venivano allagati per evitare il notevole sbalzo termico della stagione primaverile, tra il giorno e la notte. L’acqua contemperava e riparava i vegetali oltre a farli crescere. Accanto al lavoro della monda – diserbo – si procedeva anche al trapianto dei vegetali in risaia. Le mondine stavano intere giornate piegate, con l’acqua che poteva arrivare fino alle ginocchia. La massima diffusione di questo lavoro, svolto dalle donne, si ebbe tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, con la raccolta di manodopera in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, che veniva poi trasferita per alcuni mesi nelle risaie di Vercelli Novara e Pavia. La paga molto bassa – ben inferiore a quella dei braccianti maschi – le condizioni proibitive, le punture continue di insetti – era presente anche la zanzara anofele, portatrice di malaria – l’azione delle sanguisughe, l’acqua che provocava dolori alle gambe, il sole – rispetto al quale proteggevano il volto con cappelli dalla larga tesa – portarono a un forte disagio e a ribellioni, alcune delle quali rese immortali da canzone popolari come Sciur padrun da li beli braghi bianchi, Se otto ore vi sembran poche, Son la mondina, Saluteremo il Signor padrone Nelle risaie di Molinella si ebbero le prime proteste di mondine per l’ottenimento di migliori condizioni di vita.
L’abbigliamento consisteva in calze di cotone e fazzoletto tirato sul viso, a protezione contro le punture dei numerosi insetti infestanti questi ambienti palustri cappello a larghe tese per riparo dal sole con un fazzoletto (a scelta) gonne. Oggi il ruolo delle mondine viene svolto dai diserbanti. A livello iconico popolare, al di là dei numerosi dipinti di pittori dell’Ottocento di tendenza verista, resta centrale la figura di Silvana Mangano, che impersona una mondina, in Riso amaro (1949)
DAL 13 APRILE 2018
UN PREZIOSO EVENTO D’ARTE UNISCE
NOVARA E VERCELLI
NEL SEGNO DI ANGELO MORBELLI
L’iniziativa, dal titolo Vita in risaia, porta nelle due città piemontesi altrettanti capolavori del caposcuola del Divisionismo italiano: Risaiuole (1897) e Per ottanta centesimi! (1895). Il primo appuntamento è in programma alla Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni di Novara, dal 13 al 25 aprile 2018. Il secondo al Museo Borgogna di Vercelli, dal 29 aprile al 1° luglio 2018. Novara e Vercelli celebrano Angelo Morbelli (1854-1919), il caposcuola del Divisionismo italiano.
Vita in risaia. Lavoro e socialità nella pittura di Angelo Morbelli è il titolo di una rassegna che coinvolgerà, dal 13 al 25 aprile 2018, la Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni di Novara e, dal 29 aprile al 1° luglio 2018, il Museo Borgogna di Vercelli e che ruoterà attorno al dipinto Risaiuole, eseguito da Morbelli nel 1897, che torna visibile dopo oltre cento anni.
L’opera, infatti, venne presentata al pubblico in una sola circostanza, nel 1899, quando fu acquistata dalla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano e affidata a uno dei suoi associati per sorteggio, entrando così in collezione privata e rimanendovi fino a oggi.
L’esposizione del dipinto rappresenta un’occasione particolarmente significativa per arricchire la conoscenza dell’artista alessandrino e per approfondire le trasformazioni della tecnica divisionista utilizzata da Morbelli, in parallelo con lo sviluppo dell’interesse per il tema del lavoro femminile, in particolare di quello svolto nelle risaie.
La tela sarà posta a confronto con il capolavoro di proprietà del Museo Borgogna di Vercelli Per ottanta centesimi! (1895), consentendo di approfondire i cambi di inquadratura e di resa prospettica fra i due dipinti, ma anche di seguire lo sviluppo del divisionismo di Morbelli.
La curatela della mostra è affidata ad Aurora Scotti Tosini, tra i massimi esperti del Divisionismo, già curatrice dell’antologica dedicata ad Angelo Morbelli dalla Galleria d’Arte Moderna di Torino nel 2001 e autrice di un volume dedicato al taccuino redatto dal pittore con osservazioni sul lavoro femminile in risaia.
Accompagna l’esposizione un volume (edizioni Mets) che presenta l’indagine storico-critica dei due dipinti e l’analisi delle loro peculiarità tecniche e compositive effettuate da Aurora Scotti Tosini nonché gli esiti di approfondite indagini diagnostiche non invasive realizzate dal laboratorio di Thierry Radelet, che ha già eseguito analisi su varie opere divisioniste, in particolare su tele di Giuseppe Pellizza da Volpedo.
Le Risaiuole di Morbelli hanno importanza non solo per la storia dell’arte, ma suggeriscono anche approfondimenti sulle tecniche di coltivazione del riso e sulla storia del lavoro nelle campagne tra Novara e Vercelli negli anni tra ’800 e ’900. Tali tematiche sono affrontate nella pubblicazione dall’agronomo vercellese Giuseppe Sarasso e dallo storico Adolfo Mignemi.
Vita in risaia è organizzata congiuntamente dall’Associazione METS Percorsi d’arte e dal Museo Borgogna di Vercelli, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli e con la Società Storica Novarese, col patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Novara, del Comune di Vercelli, dell’Ente Nazionale Risi, dell’Associazione Irrigazione Est Sesia e dell’Associazione d’Irrigazione Ovest Sesia, della Confagricoltura Novara e della Confagricoltura Vercelli, dell’Accademia di Agricoltura di Torino, dell’Associazione Agricola Femminile Donne e Riso, dell’A.P.S. Strada Del Riso Vercellese di Qualità, dell’ATL di Novara, col sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, Rotary Club Novara, Rotary Club Vercelli, Riso Invernizzi e BIG Broker Insurance Group – Ciaccio Arte.
Angelo Morbelli (Alessandria, 18 luglio 1854 – Milano, 7 novembre 1919), figlio di Giovanni, funzionario statale, originario di Casale Monferrato e di Giovannina Ferraris, cominciò l’attività artistica in campo musicale, ma dovette presto abbandonare, in quanto affetto da una sordità progressiva. Si dedicò allora alla pittura. Frequentò l’Accademia di Belle Arti di Brera a partire dal 1867 dove fu allievo di Giuseppe Bertini. Cominciò così a esporre dapprima a Milano, e in seguito anche a Torino. I temi prediletti spaziavano dalla storia al paesaggio. Nel 1880 l’esposizione a Brera dell’opera Goethe morente, lo rese noto al grande pubblico.
A partire dal 1883 i temi pittorici di Morbelli si orientano verso l’interpretazione della realtà. In particolare cominciò a rappresentare gli anziani ricoverati nel Pio Albergo Trivulzio, tema che gli fu sempre particolarmente caro. Proprio in quell’anno vinse il premio Fumagalli con l’opera Giorni… ultimi’.
All’inizio degli anni ottanta sposò Maria Pagani, che gli ispirò molti quadri sul tema della maternità (dalla moglie ebbe quattro figli). La tecnica di Morbelli, cominciò progressivamente ad adottare la scomposizione dei colori e intorno al 1890 abbracciò il Divisionismo e strinse amicizia con Leonardo Bistolfi e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Passò quindi a dipingere i paesaggi delle risaie del casalese. Acquistata una casa nella frazione Colma, presso Rosignano Monferrato, ne fece oggetto di molti quadri.
Si dedicò anche alla rappresentazione dei paesaggi montani, durante i numerosi soggiorni estivi a Santa Caterina Valfurva. Nel 1897 vinse la medaglia d’oro di Dresda con Per ottanta centesimi e S’avanza. Nel 1900 fu premiato con la medaglia d’oro dell’Esposizione Universale di Parigi del 1900 con Giorno di festa al Pio Albergo Trivulzio. Con il nuovo secolo, riprese il tema del Pio Albergo Trivulzio, dei paesaggi marini ed i temi legati alla maternità e alla vita. Nel 1908-1909 entrò in contatto con Carrà e Boccioni. Trascorse gli ultimi anni tra gli inverni milanesi e le estati alla Colma e in Val d’Usseglio, luoghi che continuarono a ispirarlo nella sua attività pittorica.
VITA IN RISAIA. LAVORO E SOCIALITÀ NELLA PITTURA DI ANGELO MORBELLI
Novara, Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni (via Fratelli Rosselli 20)
13-25 aprile 2018. Inaugurazione: giovedì 12 aprile 2018, ore 17.00. Orari: martedì-venerdì, 9.00-12.30; 14.00-19.00, sabato e domenica, 10.00-19.00
lunedì chiuso. Ingresso (mostra + museo): gratuito. Sito internet: www.brolettodinovara.it; www.metsarte.com Ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche | Anna Defrancesco, tel. 02 36 755 700 | anna.defrancesco@clponline.it | www.clp1968.it
Sai da cosa deriva "mondina"? Le vite in risaia dipinte da Morbelli. L'analisi a Novara
La paga molto bassa - ben inferiore a quella dei braccianti maschi - le condizioni proibitive, le punture continue di insetti - era presente anche la zanzara anofele, portatrice di malaria - l'azione delle sanguisughe, l'acqua che provocava dolori alle gambe, il sole - rispetto al quale proteggevano il volto con cappelli dalla larga tesa - portarono a un forte disagio e a ribellioni, alcune delle quali rese immortali da canzone popolari come Sciur padrun da li beli braghi bianchi, Se otto ore vi sembran poche, Son la mondina, Saluteremo il Signor padrone Nelle risaie di Molinella si ebbero le prime proteste di mondine per l'ottenimento di migliori condizioni di vita