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[Q]uando una banale lite tra padre e figlio diventa fonte di ispirazione per una delle opere letterarie più conosciute del Novecento.
Siamo nel 1931. Colui che diventerà un importante scultore nel panorama dell’arte internazionale, Salvatore Scarpitta, ha dodici anni e vive da emigrato con la famiglia in California.
Una mattina, Salvatore fa i capricci: non ha affatto voglia di verniciare il cancello di casa e, per sfuggire agli scapaccioni del genitore, si rifugia su di un albero del pepe, dove rimane per tutto il giorno. Come lo stesso artista racconterà nelle sue memorie, svela ai compagni di scuola la buffa vicenda, che si diffonde fino a coinvolgere la stampa, la quale pensa bene di arricchirla per renderla più appetibile ai lettori. Solleticato dalla notorietà, il ragazzino decide di rivivere l’esperienza, ma stavolta per ben 34 giorni.
La curiosità si scatena tra i media, che seguono l’avvenimento quotidianamente, in tempo reale, e numerose sono le celebrità che visitano il bambino tra i rami
– ricordiamo i fratelli Hunter, detentori del primato mondiale di permanenza in volo -.
A diciassette anni, Scarpitta torna in Italia, dove studia all’Accademia e comincia il suo intenso lavoro creativo che lo porta ai vertici della scultura contemporanea. Finché, una sera del 1950, durante una cena in trattoria, l’artista incontra casualmente Italo Calvino che, affascinato dalla storia, decide di utilizzarla come fondamentale traccia del Barone rampante, forse il più suggestivo e riuscito tra i romanzi dello scrittore.
NEL FILMATO LE OPERE DI SCARPITTA
Sai chi ispirò a Calvino la figura de "Il barone rampante? Uno scultore. Cosa fece di incredibile? Chi è?
... a diciassette anni, l'arista torna in Italia, dove studia all’Accademia e comincia il suo intenso lavoro creativo che lo porta ai vertici della scultura contemporanea. Finché, una sera del 1950, durante una cena in trattoria, l’artista incontra casualmente Italo Calvino che, affascinato dalla storia, decide di utilizzarla come fondamentale traccia del Barone rampante, forse il più suggestivo e riuscito tra i romanzi dello scrittore.