[I]n una piccola chiesa di origini romaniche situata a Rivalta di Torino e intitolata ai Santi Vittore e Corona è ancora visibile un affresco che presenta una Madonna allattante dall’iconografia di estrema rarità, di difficile interpretazione e quasi al limite del blasfemo: il Bambino infatti, mentre Maria gli offre il seno, volge il viso dalla parte opposta, in un deciso atteggiamento di rifiuto, accentuato dall’espressione e dalla posa realistiche che contrastano con le forme decisamente arcaiche della figura femminile.
Attribuita al maestro del Forno di Lemie e datata intorno agli anni Ottanta del Quattrocento (ma sussistono forti perplessità in merito), l’opera sembra essere ispirata ad un Vangelo apocrifo dove si narra che “raggiunti i nove mesi, Gesù si staccò dal seno materno, smise di attaccarsi e di nutrirsi. Giuseppe e Maria, osservata la cosa, furono meravigliati”.
Un precedente dal punto di vista strettamente iconografico è individuabile in una raffigurazione presente nel ciclo di affreschi, risalenti al 1096-97, della cappella di San Eldrado nell’abbazia di Novalesa in Val di Susa, dove nelle decorazioni ricche di moduli bizantineggianti di tipo lombardo compare l’episodio in cui san Nicola rifiuta il seno materno
Se a fare i capricci è il divino bebè
ICONOGRAFIA - In una piccola chiesa di origini romaniche situata a Rivalta di Torino e intitolata ai Santi Vittore e Corona è ancora visibile un affresco che presenta una Madonna allattante dall’iconografia di estrema rarità...