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Si documentano sul relitto i segreti del piroscafo Lombardo – usato dai garibaldini – e di altre due navi affondate alle Tremiti


Il Patrimonio Subacqueo è al centro di un ambizioso progetto denominato “Amphitrite”, che si sta svolgendo nell’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti, all’interno del Parco Nazionale del Gargano, nella suggestiva regione della Puglia-Foggia. Questo progetto, promosso dalla Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, mira a rendere l’archeologia subacquea accessibile a tutti attraverso l’uso innovativo di tecnologie digitali.

Dopo una prima fase di sopralluoghi e documentazione, il team della Soprintendenza Nazionale è tornato recentemente su tre siti sommersi, selezionati per il progetto Amphitrite: il relitto del piroscafo “Lombardo”, il relitto lapideo “Tre Senghe B” e il “Relitto delle Piastre”. L’obiettivo principale è la creazione di itinerari tematici arricchiti da contenuti audiovisivi e dispositivi per la realtà aumentata, fruibili sia sulla terraferma che direttamente in acqua, nei siti archeologici sommersi.

Durante le attività di verifica e documentazione, i collaboratori della Soprintendenza nazionale, tra cui la dott.ssa Giovanna Bucci, la dott.ssa Alessandra Dell’Anna e il dott. Salvatore Medaglia, hanno supportato le operazioni di rilievo fotogrammetrico e rilievo batimetrico. Questi processi sono stati eseguiti con l’aiuto di un Multibeam montato su un veicolo autonomo di superficie fornito dalla 3D Research, uno spin-off dell’Università della Calabria. Il team di 3D Research, composto da Alberto Nicolè, Cristina Abbate, Felix Manfredi e Lorena Annachiara Di Bella, ha contribuito in modo significativo alla creazione di modelli tridimensionali dettagliati dei siti sommersi.

La collaborazione con la Soprintendenza ABAP per le province di Barletta Andria Trani e Foggia, insieme al supporto tecnico-logistico del Nucleo Carabinieri Subacquei di Pescara, della motovedetta del Comando Carabinieri Stazione Isole Tremiti e del I Nucleo Operatori Subacquei Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, ha reso possibile il successo delle operazioni. Anche Anfora s.r.l. Archeologia Mare Ambiente, con il dott. Gianpaolo Colucci e O.T.S. Petra Bianchi Ferrari, ha contribuito all’attività, mentre il Laboratorio del MA.RE. ha fornito supporto logistico. Le riprese video sono state realizzate da Filmare s.r.l., con i cineoperatori Marcello Adamo e Vito Dylan Colangelo.

La foto del Nucleo Carabinieri Subacquei di Pescara e l’elaborazione del modello 3D di 3D Research testimoniano l’impegno e la precisione che caratterizzano il Progetto Amphitrite. Questo progetto non solo preserva il patrimonio subacqueo, ma anche lo rende accessibile a un pubblico più ampio attraverso l’integrazione di tecnologie innovative, aprendo una finestra digitale sulla ricca storia sommersa delle Isole Tremiti e del Gargano.

Il piroscafo Lombardo era una nave in ferro con propulsione a vapore, con due ruote a pale, ma era anche dotata – come i piroscafi di quegli anni – di una predisposizione velica a vele quadre, come tutti i piroscafi coevi. Le vele quadre consentivano di sviluppare propulsione massima nelle andature di poppa. Di proprietà della società armatoriale “Rubattino”, era adibito al trasporto civile, mentre il Piemonte, il secondo piroscafo utilizzato nell’impresa, svolgeva servizio postale.

Il Lombardo era stato costruito a Venezia nel 1841 e nel 1855 fu preso a noleggio dal Regno di Sardegna per il trasporto dei soldati, durante la guerra di Crimea. Sia il Lombardo che il Piemonte, entrambi utilizzati per il trasporto dei Mille in Sicilia, erano ormeggiati al porto di Genova, quando nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1860 furono oggetto di un “furto simulato” da parte di un gruppo di garibaldini che rispondevano agli ordini di Nino Bixio. In realtà Garibaldi doveva aver assunto un accordo con il direttore della società Giovanni Battista Fauché.

Al comando del Lombardo fu posto Bixio, mentre il Piemonte rispondeva agli ordini del capitano marchigiano Augusto Elia. Garibaldi si imbarcò sul Piemonte nel porto di Genova, dove si era fatto portare a remi avendo atteso inutilmente per ore in barca davanti a Quarto. Poi, pur in ritardo sulla tabella di marcia, i due piroscafi si diressero a Quarto dove imbarcarono il grosso dei volontari.

Durante lo sbarco dei garibaldini a Marsala l’11 maggio 1860, il Lombardo andò ad arenarsi, forse per un’errata manovra, forse volutamente per favorire un più veloce sbarco. Esso fu cannoneggiato delle navi borboniche e, successivamente, saccheggiato dagli abitanti di Marsala.

Il piroscafo rimase semiaffondato nel porto di Marsala fino al mese di luglio, quando fu recuperato dalle forze garibaldine e rimorchiato fino all’Arsenale di Palermo, dove fu restaurato.

Garibaldi, con decreto del 5 ottobre dispose che la nave dovesse essere preservata, insieme al Piemonte, «in memoria della iniziativa del popolo italiano» ma, dopo la conclusione della spedizione dei Mille, passò invece al servizio della Regia Marina svolgendovi anche servizi umili e trasportando truppe e detenuti, cosa di cui Garibaldi fortemente si lamentò.

Nella notte tra il 12 e il 13 marzo 1864, il Lombardo naufragò presso l’Isola di San Domino, nell’Adriatico, dopo essere finito su una secca a causa di una tempesta, mentre stava trasportando truppe da Ancona a Manfredonia e detenuti alle Tremiti; non vi furono vittime.