Era un uomo o una donna? Fa discutere il ritrovamento di un sepoltura romana avvenuto a Epagny-Metz-Tessy, non distante da Annecy, nell’alta Savoia (Francia). La compresenza, nella stessa sepoltura ad incinerazione di un paio di orecchini d’oro e di una sedia curule (una sedia chiudibile che veniva utilizzata da uomini di Stato e, successivamente, si diffuse nel mondo aristocratico) ha creato un dibattito sull’identità di genere – maschio o femmina – del personaggio romano che fu sepolto con un ricco corredo. “Le suppellettili funerarie sono sontuose in quanto vi sono non meno di venti vasi in ceramica, almeno altrettanti vasi di vetro, quarantasei utensili e stoviglie in bronzo, che contenevano resti di cibo (vino, lenticchie, fagioli, bovini, maiale, gallo, pernice, anatra, pesce)” dice l’Emmanuel Ferber dell’Inrap, l’Institut national de recherches archéologiques préventives. – Da evidenziare anche la presenza di alcuni pezzi eccezionali: un paio di orecchini d’oro, elementi di un tessuto ricamato con un filo dello stesso materiale, strigili d’argento”.
“L’oggetto più singolare è probabilmente una sedia curule in ferro con riflessi in bronzo che si trova in posizione piegata – prosegue l’archeologo Emmanuel Ferber – La seduta ad X è composta da due telai in ferro con montanti a “S”, snodati e destinati a lavorare con una serie di cinghie in pelle o tessuto tese per consentire la seduta. I piedi sono di forma circolare piatta e disposti perpendicolarmente ai montanti a sezione rettangolare”.
“La sedia curule – spiega Feber – è uno dei maggiori simboli del potere a Roma. Dalla tradizione etrusca, il suo uso è riservato a Roma, inizialmente, agli alti magistrati (consoli, pretori) che detengono l’imperium, cioè il potere di comandare e punire. Sotto Augusto, è uno degli attributi dell’imperatore. Si fa riferimento a due tipi di sedile. Da un lato, la stessa sella curulis, riconoscibile per le sue gambe a forma di “S”: inizialmente riservata alla magistratura civile, divenne un oggetto domestico di lusso riservato a un’élite a partire dal I secolo d.C. Dall’altra la sella castrensis con il suo profilo a “X” che è appannaggio degli ufficiali militari”.
Poichè è impossibile, a causa della cremazione dei resti del defunto, stabilirne l’identità di genere, restano ipotesi da esplorare. Si può pensare che il defunto fosse un uomo di potere romano e che gli orecchini fossero stati deposti nella tomba dalla sua compagna, come segno di unione eterna. Un’altra ipotesi è quella basata sulla possibilità che la sedia curule facesse parte della sontuosa abitazione di una donna e che gli orecchini fossero suoi. Ma la vita – e la morte – presentano, in molti casi, incongruenze rispetto alla regola comune. Gli orecchini e la sedia curule, uniti, in modo distonico, è un’altra testimonianza simbolica del fatto che le nostre vite – se ben esplorate – hanno sempre qualcosa di unico.
Per approfondire: www.inrap.fr/decouverte-d-une-chaise-curule-dans-un-bucher-aristocratique-romain-epagny-metz-15525