Sir Winston Churchill fu anche pittore. Una mostra celebra la pace azzurra dei suoi dipinti. Al di là d’ogni guerra

Fino al 31 dicembre 2024, gli amanti dell’arte e della storia hanno l’opportunità unica di immergersi nel mondo creativo e culturale di un’icona del XX secolo: Sir Winston Churchill. Situata a Palm Desert, California, la mostra “Winston Churchill: Making History, Making Art” presso Heather James Fine Art rivela un lato poco conosciuto del celebre statista britannico.

Churchill aveva iniziato a dipingere con grande applicazione, avvicinandosi, sotto il profilo tecnico, al magistero degli impressionisti e di Cézanne. Dai primi derivò i contenuti di luce intensa, che rivelano la magia dell’istante. Dal secondo alcune stesure più piatte, finalizzate a cogliere il sotteso, la struttura nascosta della realtà. Lo statista amava dipingere il mare, le acque e i monti. Fu in Italia per cogliere la bellezza paesaggistica del nostro Paese e dipinse, tra gli altri luoghi, il lago di Garda e il lago di Carezza.

Pochi sanno che anche Hitler, il suo diretto nemico, era stato un aspirante pittore. Lui dipingeva soprattutto vedute urbane, ma si era mantenuto, durante la giovinezza, vendendo quadri sacri che gli sposi acquistavano come capoletto.

Acquisito l’orribile potere, Hitler, mantenne un grande interesse per gli artisti, che considerava colleghi. Escludeva i cosiddetti “degenerati” cioè i contemporanei modernisti come Picasso o Klee, gli astrattisti, gli espressionisti la cui arte fu oggetto di censura e di distruzione. Ma Churchill non era ai suoi occhi un degenerato. Era un pittore che meritava, da pari a pari, rispetto, nonostante i due dipingessero in modo diverso.

Pianificando l’invasione dell’Inghilterra, progettò di far rinchiudere Churchill in una torre, lasciandogli i colori, affinché potesse continuare a dipingere. Fu una delle prime preoccupazioni che manifestò, mentre i suoi generali discutevano il piano di occupazione. Churchill, in quanto pittore, andava salvato e doveva essere messo nelle condizioni di dipingere.

“I due – dice il critico Maurizio Bernardelli Curuz – ebbero un approccio stilistico all’arte che rilevava profondamente il pensiero di società a cui aderivano o che promuovevano. L’impressionismo e il post-impressionismo di Churchill rileva una scelta di libertà e di incanto. Churchill dipingeva alla europea e alla francese – in linea con il sentire che si sviluppò tra fine Ottocento e il primo Novecento – senza aver preparato la tela o i cartoni con una struttura disegnativa. Hitler dipingeva come un architetto dopo aver minuziosamente disegnato sulla tela. Aveva necessità di una griglia in cui incasellare il colore. L’orrore del vuoto era vinta da un lavoro che sembrava un rilievo architettonico, con la predominanza della linea sulla luce”.

Un’introduzione alle opere

Ma torniamo a Churchill e soprattutto all’incanto dei suoi paesaggi dominati da una pace azzurrina. Questo straordinario evento espositivo presenta dieci dipinti dello statista britannico, precedentemente mai esposti al pubblico. Le opere provengono dalla collezione privata di un singolo proprietario, custode della più grande raccolta di opere di Churchill al di fuori del Regno Unito. Oltre a paesaggi incantevoli, la mostra include una natura morta e quadri di interni, cogliendo le principali tipologie dei suoi soggetti.

La sua esplorazione creativa abbraccia paesaggi globali dipinti en plein air, in cui la natura riluce, piena di pace.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa