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Stilettate di Tonino Zana. Con Fortunato Depero. L’ossessione metafisica delle piste ciclabili


In copertina “Il ciclista attraversa la città” (1945) di Depero
STILETTATE
di Tonino Zana
L’ultima pista ciclabile è salita nella stanza da letto, ha girato intorno, è scesa, al mattino scomparsa.
Piste ciclabili ovunque. Obbligatorio pensare a una pista ciclabile al giorno. Valore e moda. Prevale adesso la moda.
Però, piste ciclabili riporta all’originario senso della pista. Per la prima volta incontrammo le piste al cinema. Le piste degli indiani, le piste, più tardi, dei velodromi, le piste buone e le piste cattive.
Seguire le piste è una questione dei nostri giorni. Non vediamo piste intorno a noi, segnaletica stradale scioperabile, nessuna indicazione. L’arte, l’arte di Stile è una pista e in molti la seguono, la percorrono e dichiarano contentezze. Ci piace.
Altre piste? Frequentata la pista del confine, la pista del nord e sei ti trovi a nord ricerchi di puntare al sud e viceversa. Segno chiaro di assenza di piste sicure. Stilearte, ripeto, è una pista mai ingannevole: contenuti alti, fonti certe. I Bernardelli Curuz Guerrieri si immergono nella terra, incontrano case e avi, non accettano il bagarinaggio dei falsi fantasmi e portano alla luce, mura e monete. Che pista clamorosa, l’archeologia e tra poco entreremo con loro a Troia e quindi a Atene e infine a Sparta. Passato il mare, regaleremo sulle spiagge e sui monti la nostra rivista. Sulle buone piste del buon sapere.