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Stilettate di Zana. Con Giacomo Bergomi. La politica e il reticolo profondo delle radici


Giacomo Bergomi, Lavandaie alla roggia, cm 100×150
STILETTATE
di Tonino Zana
Ho ascoltato i consigli di un amico sulle elezioni amministrative. Mi ha detto:”Vinceranno i candidati nati e vissuti nel paese e nelle città piccole-medie”. Lui, “impolitico”, aveva compreso tutto, si era tuffato nel sottoterra e essendo, di fatto, uno sciamano, aveva interrogato le sorgenti, le origini. Di più: in tempi in cui non si vota, l’origine del consenso, la sorgente del nonno e bisnonno, del cugino e del cognato, della famiglia accudita durante il covid con la cura di una conoscenza antica si sono manifestati in tutta la forza dell’antico medico di famiglia, nient’altro che un altro tipo di sciamano: vota lui, suo padre era una brava persona e suo nonno è stato in guerra ed è tornato senza un pensiero di discordia.
Cosa vuoi che scelga, uno conosciuto e che conosce il paese, uno che è cresciuto qui e sa di una strada larga all’inizio e quindi sparita, di una casa crepata e poi degna di rinascere, via non si improvvisa ad essere sindaci provenendo da altri paesi e da altre città.
Hanno vinto i sindaci con una piccola dose, almeno, di sciamanismo, di magia verso l’origine, verso la sorgente. Altrimenti prendete domani uno venuto dal Nilo e fatelo navigare sull’Oglio. Guardate che si può, ma il tempo del vantaggio é per chi conosce alla perfezione le anse e i capricci del fiume, chi lo ha già percorso in lungo e in largo rischiando di annegare. In ogni caso, voto libero, sempre e avanti. Se potete, non voltate le spalle alle urne, anche perché, per le urne, voltarvi le spalle é l’esercizio più semplice del mondo, basta stare fermi.