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Stilettate di Zana. Con Il dubbio di Tommaso di Mattia Preti. Le contestate verità dei testimoni oculari


In copertina: Il dubbio di San Tommaso, 1685 circa, olio su tela, 129×173 centimetri. Malta, La Valletta, National Museum of Fine Arts
STILETTATE
di Tonino Zana
Il Testimone. Ieri fu l’interprete superiore di una verità. Oggi, il testimone è subito dubitato. Il testimone si confonde con la fonte, chi viene dopo, casualmente presente nella vita ad un avvenimento, é interpretato come l’inizio, e, più spesso, travolto nell’indagine di ogni genere, indagine di cronaca, di cultura, di politica. Guai ad essere testimoni. Scompare, pure in tale modo, un caposaldo della ricerca.
Troveremo sempre meno testimoni e di più fonti anonime, comunque non rilevabili all’origine.
Gli anziani compresero, presto, in tempi di guerra e per una saggezza istintiva, di stare alla larga da uno Stato pretenzioso di testimoni su misura. Va bene il testimone se entra perfettamente nella mia indagine, e siamo alla più venefica burocrazia parastatale.
Nella guerra di Ucraina, il testimone non viene creduto neppure se muore nel video, se si immola, personalmente, davanti a una telecamera. Esiste, in sostanza, quanto crediamo ancora prima di vedere.
Ogni tanto ascolto le miserie dell’ipocrisia dittatoriali in cui si afferma che non esiste più l’ideologia. Falsità dell’altezza di cime himalaiane. Semmai, oggi, l’ideologia viene dissotterrata nel giardino personale, messa nel profondo dell’orto. Ma, a notte, rimessa alla vista, pregata, promessa di adorazione il giorno dopo, con la dichiarazione premurosa di dire il contrario, di affermare che l’ideologia non esiste e si è incontrato, soltanto, nello scuro, l’ombra di un’allucinazione.
Siamo alla tentazione di distruggere il reale, di desiderare il Non Testimone, di contrabbandare una fonte inventata di sana pianta. Siamo, forse, alla caduta di un tempo che esclude ogni possibilità di ricerca della verità. Siamo alla fine e sappiamo che dovremo ricominciare.