Press "Enter" to skip to content

Svelato il Carro di Eretum: un “ritorno a casa” atteso racconta una delle vicende più travagliate e avventurose dell’archeologia moderna


FARA IN SABINA (RIETI) – E’ stata inaugurata nei giorni scorsi la sala che accoglierà il prezioso corredo funerario della Tomba XI della Necropoli di Colle del Forno, insieme al celebre Carro del Principe di Eretum.

Il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina accoglie così il prezioso reperto che non solo rappresenta un patrimonio inestimabile per la Sabina, ma simboleggia anche il frutto di un recupero (seguito da un’operazione di cura e restauro) reso possibili dal lavoro sinergico del Comune di Fara in Sabina e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti.

Il Carro di Eretum: l’avventuroso ritorno a casa

L’antica città sabina di Eretum è nota  per la necropoli di Colle del Forno, individuata presso una collina in località Casacotta nel territorio di Montelibretti (RM), in una zona destinata per lungo tempo all’allevamento dei cavalli del Regio Esercito e poi, dai primi anni Settanta, ad area di ricerche del CNR. Fu proprio durante l’impianto dei laboratori dell’Area della Ricerca che la Tomba XI fu trovata e scavata dai clandestini e prese la via del commercio antiquario. A seguito del saccheggio della Tomba XI si iniziarono scavi regolari durante tutti gli anni Settanta, che permisero di attribuire la pertinenza del sito ad Eretum, ripresi successivamente negli anni Duemila, completando il quadro storico e archeologico della necropoli.

La storia dunque è lunga e alquanto travagliata ma finalmente – dopo il saccheggio da parte dei clandestini, la comparsa in esposizione alla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen e al successivo recupero da parte delle autorità italiane –, il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina  le sue porte: da marzo dello scorso anno sono infatti iniziati i lavori all’interno del museo per accogliere in via definitiva i preziosi materiali della Tomba XI. Una volta riconosciuti come pertinenti alla civiltà dei Sabini è stato possibile il loro ritorno in Sabina: prima nell’ambito della mostra che ha avuto luogo a Rieti (dall’8 maggio al 10 ottobre del 2021) presso Palazzo Dosi-Delfini e ora nel contesto del museo dove da tempo sono esposti i corredi delle altre tombe della necropoli di Eretum.

Il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina

Il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina è uno dei punti di riferimento per la conoscenza della civiltà dei Sabini, in quanto conserva i materiali provenienti dai due centri più importanti della Sabina Tiberina: Cures ed Eretum. Allestito a partire dal 2001 all’interno del rinascimentale Palazzo Brancaleoni (sito in piazza del Duomo) ha visto – nel corso degli anni – le sue collezioni ampliarsi, grazie agli scavi effettuati con regolarità proprio a Cures ed Eretum. Il cospicuo aumento del numero dei materiali ha reso necessario nel corso del tempo l’allestimento di nuove sale: la sala della Scrittura, interamente dedicata al cippo inscritto ritrovato nel greto del Fiume Farfa, e la sala dedicata alla Tomba XXXVI di Colle del Forno.

Della fase rinascimentale, l’edificio conserva intatta la facciata della prima metà del ‘400, mentre gli interni sono stati pesantemente ristrutturati dai successivi proprietari: al tardo barocco possono essere ascritti gli affreschi di una delle sale, dipinti con motivi a grottesche come si usava nei piani nobili delle case di fine ‘700.

Per informazioni: www.museofarainsabina.it

Il Carro di Eretum e i tesori della tomba XI tornano a Fara in Sabina: una storia di mistero e recupero