Solo così risulta comprensibile il valore economico attribuito alle opere di Warhol. Chi compra un'opera di Warhol acquista pertanto il potere totemico dell’America, come Dea dell’abbondanza. Non stupisce pertanto la folle rivalutazione dei pezzi usciti dallo studio o dalla factory warholiana
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La rassegna, unica nel suo genere, allestita al Victoria and Albert Museum di Londra dal 5 marzo al 3 luglio, comprende opere di artisti del calibro di Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones, William Morris, René Magritte, Elsa Schiaparelli, Andy Warhol e Cindy Sherman, affiancate ad alcuni capolavori di Botticelli
Stile arte intervista l'autrice che ha scritto un libro affrontando una partita doppia tra arte e musica, recuperando e analizzando ogni copertina discografica realizzata dal genio della Factory.
egli “moltiplica” la società del consumo, ponendola di fronte a mille specchi e rendendo ciò che vi è riflesso ancora più vuoto della prima matrice, tanto che lo spettatore finisce per accorgersi dell'inconsistenza dell'originale. Il cinema fornisce all’artista elementi per la sua ricerca estetica, pittorica e filmica: attraverso allusioni e rimandi espliciti vengono ripresi figure e miti dell’immaginario hollywoodiano per farne un uso dissacrante o per utilizzarli come materiali per un gioco di contaminazioni.
“Io credo si possa dire” afferma Gabriele Mazzotta “che la logica consumistica diventa, con l’artista americano, paesaggio. Un po’ come la Provenza per Cézanne” - “Un grande grafico ma anche un grande, anzi grandissimo pittore, anticipatore dell’attuale società dominata dalla cultura visuale” - I“Jews” e i “Myths” e le sorprendenti sequenze “animaliste” delle “Endangered Species”. Per questo divenne il vessillo del capitalismo occidentale e della nostra società
Uno studio dedicato ad Andy Warhol svela il lato più intimamente religioso dell’artista, raccontato da un’angolazione che sembra contrastare con la tradizionale opinione che si ha di lui
L’artista americano interpretava una realtà che ambiva a rivelarsi nella propria natura di segno, rappresentativa non di sé ma delle icone conferitele dalle regole del consumismo. Immagini precostruite, scelte però senza rinunciare all’indipendenza creativa
"BURATTO, FILI, BASTONI Marionette e burattini dal Cinquecento all’arte contemporanea" fino al 28 settembre al Palazzo Assessorile di Cles (Tn)