Stile arte intervista il compositore sulla sua attività pittorica:"Il primo anno fu un anno di sofferenza, di sofferenza pura. Talvolta stavo davanti al cavalletto anche per dieci ore di seguito, e la sera disfacevo tutto, come Penelope. Caparbiamente, da solo, senza mai ricorrere a maestri o manuali. Poi, dopo tanti sforzi e tante delusioni, un bel giorno all’improvviso la figura di un danzatore derviscio si materializzò sulla tela"
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La pittura celebra l’intima corrispondenza che Battiato intrattiene con i maestri sufi, con le esistenze ultraterrene, con gli asceti e i santi dell’umanità e che ha lasciato una sublime impronta nella sua musica e nella sua vita. L’artista come il sacerdote è pontefice, costruttore di ponti tra il regno fisico e quello ultraterreno, persegue la vocazione di veicolare la luce per dissipare le ombre e di indicare la strada a chi intraprende l’ascesi.