il sangue in pittura

Beato Simonino nell'arte – Quel bambino seviziato da maniaci e ucciso nel 1475

Un bambino di due anni, che abita a Trento, scompare il Giovedì Santo da casa. Tutti lo cercano. Il giorno di Pasqua alcuni ebrei segnalano al vescovo di aver visto il piccolo, morto nella roggia. Il suo corpo è seviziato e straziato; decine e decine di colpi di chiodo segnano la sua pelle; gli assassini gli hanno tagliato i genitali. E si scatena la rabbia contro gli ebrei. Ma quale verità può emergere dall'analisi delle stampe, degli affreschi e dei quadri?
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Gioielli di corallo nella pittura cinquecentesca. Proteggevano i bambini dalle streghe-vampire

E se Marsilio Ficino si limita a scrivere del pericolo: “E’ comune opinione che certe vecchie, che chiamiamo streghe, sugano il sangue de’ bambini, per ringiovanirsi quanto possono”, alla minaccia vampiresca (all’inizio strix è solo un uccello notturno succhia-sangue, ma in seguito diventa la strega propriamente intesa) le madri reagiscono adornando i propri pargoli con collanine e braccialetti di corallo per proteggerli dal male e infondere loro energia. Intanti ritratti di bambini appare questo amuleto che non ha soltanto un significato cristologico
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Sangue dolcissimo. Santa Caterina da Siena lecca la ferita di Cristo

Un dipinto di Francesco Vanni ritrae un impressionante episodio delle “nozze mistiche” di Caterina da Siena. La santa avvicina le labbra al costato di Cristo e “piangendo e tremando” ne sugge la ferita
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Dipinti nella torre: feci e sangue per i fumetti cinquecenteschi del prigioniero innamorato

Nel 1947, in seguito a lavori di consolidamento del Torrione medievale danneggiato durante il secondo conflitto mondiale, sotto l’ultima rampa di scale fu scoperta una cella di appena mt. 1,20 x 2,00, con le pareti interamente ricoperte di iscrizioni e disegni rossastri, come in un fumetto. Era l’angusta prigione a cui messer Filippo aveva affidato il racconto della sua triste storia d’amore.Dagli archivi marchigiani è emerso che un certo Filippo detto il Diavolino – uomo colto, esperto in diplomazia e navigazione - frequentava la corte del Ducato di Camerino ( comprendente anche il territorio di Fermo) durante il periodo della reggenza della Duchessa Caterina Cybo Da Varano ( 1527-1535). La coincidenza di nome e soprannome del protagonista della nostra storia, oltre alla relazione con stemmi nobiliari, non lascia dubbi.
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