la caducità del potere nell’arte

Sotto il vestito niente, gli scheletri eleganti del bergamasco Vincenzo Bonomini

I pannelli originariamente fungevano da supporto decorativo-didascalico al catafalco che veniva montato durante i tre giorni d’autunno dedicati al suffragio dei defunti. La singolarità del ciclo risiede non solo nella scelta, perfettamente inquadrabile nel contesto di quell’attrazione-repulsa per l’oltretombale e il negromantico di pertinenza del Protoromanticismo europeo, di effigiare alcune figure scheletriche colte in momenti e gestualità quotidiani, ma anche nell’utilizzo come “modelli” di personaggi reali. Compaiono infatti nelle tele, oltre ad un autoritratto accanto alla seconda delle tre mogli e al piccolo aiutante Caffi (Pittore che dipinge la Morte). Nel ciclo di tele degli Scheletri viventi, singolare e ironica rielaborazione del tema del Memento mori, Vincenzo Bonomini non esitò a ritrarre se stesso e la moglie abbigliati a puntino ma completamente scarnificati
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La vanitas in pittura – Quando il teschio ammonisce i politici e i potenti. Il filmato

Il potere, da sempre, ha cercato infatti di vivere come se ogni proprio esponente fosse eterno: e ogni azione di prevaricazione, truffa, malversazione, sopraffazione sembra alimentata inconsciamente dall'idea che tutto possa essere dominato e acquistato. Introdurre la consapevolezza del memento mori significava riportare i vertici alla base, invitandoli alla giustizia, alla fratellanza e alla condivisione
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