La poetica degli oggetti

Michelangelo Antonioni andò a lezioni di regia dal pittore Giorgio Morandi

Il detto pascaliano che Antonioni ripeteva citando Morandi: “Il vero artista è colui che sa stare da solo in una stanza”, rende il senso di autosufficienza creativa che non prevede un ruolo autonomo per gli interpreti. L’uso di colori freddi e opachi gli permette di arrivare al “non figurativo”, all’eclisse stessa dei personaggi, in un parossismo di alienazione. Con un “silenzio a colori” (anche quando i colori sono l’intensità del bianco e del nero), Antonioni evoca le proprie storie costruite intorno al vuoto eloquente di inquadrature indirette, a cogliere sottilmente sospensioni di immagini che enunciano le realtà interstiziali natura morta foto 5 interna già con dida
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Come e perchè l'arte contemporanea spiazza oggetti e pubblico? La risposta al MoMA

Jones teorizza il concetto di defamiliarizzazione come principio di organizzazione che soggiace alla pulsione creativa di una tensione continuamente rilanciata tra oggetti e linguaggio, messa in scena del quotidiano e indifferenza annichilente e sclerotica della forza dell’abitudine. Secondo l'artista americano, il pubblico automatizza tutto ciò che si ripete e che si ripresenta alla sua coscienza, essendo incapace di mantenere una percezione alternativa degli oggetti
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