pittura erotica

I desideri di vecchi importuni: stalking e molestie nella pittura antica

Se i popoli del Nord Europa dimostravano di apprezzare la grottesca raffigurazione della libido femminile - quando ormai la fecondità era finita e i tempi non si sarebbero più rivelati pronubi all’amore con santi fini riproduttivi -, in Italia il gusto aveva una carica algebrica di segno opposto. I collezionisti sceglievano scene di seduzione nelle quali il corruttore fosse il maschio
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Egon Schiele condannato per corruzione

Il diario dal carcere di Egon Schiele, che nell’aprile del 1912 fu incarcerato. L’autoricostruzione di un “crimine”: l''ospitalità data ad una giovinetta appena conosciuta. L’arrivo del padre di lei seguito a breve distanza da una visita della polizia. La candida dichiarazione relativa a disegni erotici che la (in)Giustizia trasforma in osceni. Schiele investiga su se stesso per capire i motivi della sua carcerazione. Di quei giorni interminabili durante i quali si rende conto di come il suo arresto non sia un malinteso.
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Il miglior amico delle donne. Sottintesi nei quadri, tra i cani e le padrone

Il cane in pittura simbolo di fedeltà? Non solo. Quando compare tra le braccia o in grembo d’un personaggio femminile l’allusione erotica si fa spesso palese. Come nelle opere di Tiziano e di Pitati. La Dama di Polidoro da Lanciano è sicura di sé al limite della sfacciataggine, lancia quasi una sfida nei confronti dell’osservatore, stringendo provocatoria un cane che sentiamo ineluttabilmente al di là dello spazio a noi riservato
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L'abito del monaco per la principessa libertina, che si spogliava per amanti e pittori

Nipote del Re Sole, intima di Voltaire, la bellissima e disinibita Mademoiselle de Charolais era solita in privato indossare un saio di frate francescano. Non per zelo religioso, ma per potersi spogliare più velocemente, senza sfidare l’impazienza dell’amante di turno. E i più famosi pittori facevano a gara a ritrarla in quella veste inconsueta
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