[I]l cimitero della Certosa di Bologna, regolamentato sin dal 1801 nella Certosa di San Girolamo a Casara, ospita complessi monumentali di illustri personaggi realizzati da altrettanto illustri artisti. In esso si trovano le tomba del premio Nobel per la letteratura, Giosuè Carducci, dei pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti, del compositore Ottorino Respighi, del direttore d’orchestra Rodolfo Ferrari, il cui ritratto è dello scalpello dello scultore simbolista Leonardo Bistolfi, del linguista Alfredo Trombetti, del pediatra Maurizio Pincherle e di moltissimi altri personaggi di primo piano nell’ambito della cultura e della scienza.
Ma all’interno della Certosa si può percorre, tra i molti itinerari possibili, anche proprio un viaggio del ricordo musicale in cui la tomba di Lucio Dalla, scolpita da Antonello Paladino, su progetto dell’amico del cantautore, Stefano Cantaroni, raccoglierà, in una cerimonia strettamente privata, le spoglie mortali dell’uomo che con le sue note, le sue melodie e le sue parole ha cullato le nostre anime, portandoci alla meditazione, all’introspezione, alla gioia e anche al dolore. Una semplice ed essenziale lapide a terra in bronzo, in cui sono cesellate parole tratte dall’ultima strofa di una sua canzone “Cara”: “Buonanotte anima mia, adesso spengo la luce e così sia…”. Una sagoma stilizzata del cantautore con gli attribuiti che lo caratterizzano maggiormente: bastone, cappello e clarinetto. Una sagoma- ombra, colta con il sole allo Zenit, che si proietta su chi la guarda e guarda chi la osserva, ricavata da una fotografia scattata alle isole Tremiti dall’amico fotografo Luigi Ghirri, la stessa, poi, riportata sulla copertina dell’album “‘DallAmericaCaruso”. Da ultimo una minuscola scultura in bronzo raffigurante un ragno, per rammentare il soprannome del cantautore e un piccolo anello a corona di rosario da cui l’artista non si separava mai. Il giovane scultore originario di Polla nel salernitano ha già dato prova di sé in molte opere, ma ci sembra che in questa sua ultima realizzazione sia stato in grado di far parlare la materia nella sua stessa assoluta sintesi espressiva.
Lucio Dalla già in vita desiderava trovare riposo nella pace eterna della Certosa e così sarà. A noi non resta che immaginare i melodiosi taciti colloqui che si avvieranno tra Lucio Dalla e i molti artisti della musica che già riposano nel cimitero felsineo. Si pensi al cantante Carlo Broschi detto il Farinelli, al compositore Gioacchino Rossini, nel cui complesso monumentale a lui dedicato dallo scultore carrarese Del Rosso, riposano anche la prima moglie e cantante Isabella Colbran, e il padre di lei Giovanni Colbran, violinista della cappella spagnola. Sempre seguendo un itinerario rossiniano non si può non menzionare il tenore ed amico del compositore pesarese Nicola Kuzmic e la soprano Geltrude Righetti- Giorgi che per prima e magistralmente interpretò il Barbiere di Siviglia. Il nostro viaggio in uno dei più importanti musei a cielo aperto potrebbe continuare sia proseguendo il filone musicale che avviandone di nuovi, ma questo viaggio lo affidiamo a voi, certi che non rimarrete delusi perché ripercorrendo le vestigia del passato si trova la luce e la via per percorrere questo nostro incerto presente.
Il vostro viaggio può già cominciare così, con un collegamento virtuale
http://www.certosadibologna.it/museo_virtuale/museo_virtuale.html
QUI SOTTO PERCORSO TRA LE OPERE D’ARTE DEI CIMITERI MONUMENTALI D’EUROPA
http://www.significantcemeteries.org/
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Tra le sculture della Certosa di Bologna, partendo dalla tomba di Lucio Dalla
L'opera di Antonello Paladino dedicata al cantatautore è una lastra bronzea a terra posta su marmo, ai cui piedi si erge la sagoma stilizzata di Dalla, tratta una fotografia resa celeberrima perchè copertina dell'album "DallAmericaCaruso". Accanto alla sua tomba quella di altri grandi della musica, da Gioacchino Rossini a Farinelli, da Isabella Colbran a tanti compositori e strumentisti. Qui il collegamento alla visita virtuale