[S]traordinario successo della mostra “I maestri del Rinascimento Capolavori italiani” che ha appena chiuso i battenti al Centro Cultural Banco do Brasil di San Paolo per essere trasferita al Centro Cultural Banco do Brasil di Brasilia, dove sarà inaugurata l’11 ottobre (12 ottobre 2013 – 6 gennaio 2014).
La mostra è stata realizzata da Civita e StArt insieme a Base 7, la società brasiliana con cui Civita ha stabilito un rapporto di stretta collaborazione, che permetterà di realizzare altri eventi espositivi già a partire dal prossimo 2014, in un Paese, il Brasile, che sta vivendo una stagione di sviluppo economico e sociale ed è protagonista di grandi eventi internazionali, con una fortissima crescita della domanda culturale.
L’esposizione presenta al pubblico brasiliano e internazionale la straordinaria ricchezza dell’arte italiana nel momento del suo massimo splendore attraverso alcuni capolavori di 50 tra i più grandi maestri del Rinascimento, concessi in prestito dalle maggiori collezioni pubbliche e private. La mostra è curata da Cristina Acidini, insieme a Giovanna Damiani, Maria Rosaria Valazzi, Alessandro Del Priori, Stefano Petrocchi, Marcello Toffanello e Marco Bona Castellotti a cui si devono i saggi introduttivi delle 6 sezioni dedicate: Firenze, Roma, Urbino, Ferrara, Venezia e Milano.
Quando Colombo scopre l’America, l’Italia non è una nazione unitaria, come la Francia, l’Inghilterra e la Spagna, ma è divisa in tanti stati, raccolti intorno ai centri maggiori – Milano, Venezia, Firenze e Roma – ma anche a numerose e più piccole corti, ricche e raffinate. Nella mostra si aprirà con una sezione dedicata a Firenze, che è senza dubbio la culla del Rinascimento, ma nelle sezioni successive documenterà la sua fioritura, che coinvolge un universo molto più ampio, con linguaggi artistici diversificati e soprattutto con una irripetibile concentrazione di grandi maestri, che le corti si contendono come vere e proprie star.
Emblematico è il percorso di Raffaello tra Urbino, Firenze e Roma, documentato in mostra con tre opere dipinte nelle diverse epoche, che permettono di seguire la sua parabola artistica, breve ma dirompente per lo svolgere di tutta l’arte italiana.
Raffaello, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Tiziano sono in qualche modo entrati nel mito, icone assolute della storia dell’arte. Ma insieme a loro l’Italia è percorsa in lungo e in largo da una eccezionale quantità di artisti e di botteghe, che danno vita ad un’immensa produzione artistica, di cui la mostra è una piccola ma significativa campionatura.
Insieme alle figure degli artisti e ai tratti salienti dei diversi centri rinascimentali, la mostra cerca di far conoscere l’evoluzione che ha caratterizzato un secolo di storia a cavallo del 1500. Con l’Umanesimo si era affermata nel Quattrocento una aspirazione all’equilibrio e all’armonia, alla razionalità e alla proporzione, da conquistare imitando il mondo antico, greco e romano. Ma dalla fine del Quattrocento le scoperte geografiche hanno spostato gli interessi economici, l’invenzione della stampa ha favorito il movimento di riforma della chiesa e quindi la sua reazione, le potenze occidentali si sono scontrate per il dominio anche dell’Italia e nel 1527, con il Sacco di Roma, si giunge perfino a profanare la Città eterna.
Il sogno umanista si infrange e il Cinquecento diventa un tempo di conflitti, di profondi turbamenti e di nuovi slanci, nel quale anche gli artisti cercano nuovi confini.
La mostra propone quindi un viaggio nel tempo, alla scoperta dei maestri e dei loro capolavori, ma è anche un invito a conoscere l’Italia, le sue città, le chiese, i palazzi e i grandi cicli di affreschi, evocati in mostra da un suggestivo filmato