[I]l professor Díaz Padrón ha atteso una lezione di storia dell’arte per comunicare un’importante scoperta. Un secondo quadro che rappresenta Las Meninas, – conservato a Kingston Lacy e acquistato dal proprietario terriero inglese e collezionista d’arte William Bankes nel XIX secolo- non sarebbe opera di Velàzquez junior, come si era fino ad oggi ritenuto, ma andrebbe ascritto al grande maestro. Centinaia erano gli invitati alla conferenza organizzata dalla Royal Academy di Spagna di Belle Arti per sentire uno degli studiosi più seguiti dal grande pubblico iberico.
Il ricercatore Díaz Padrón è giunto alle conclusioni che l’opera è un bozzetto realizzato dal grande pittore per presentare l’idea al sovrano e iniziare la stesura del soggetto maggiore. Diàz sostiene che nel passato, anche ai tempi, di Goya, l’opera era ritenuta del maestro, solo successivamente sarebbe stata declassata. Del resto la qualità del lavoro e, soprattutto i colori identici, afferma Diàz, lasciano pensare a questa possibilità. Ma le sue dichiarazioni hanno sollevato il putiferio, come sempre accade nell’ambito dei processi attributivi. Il curatore di una mostra di ritratti di Velzazquez, accanto ai quali il quadro sarà collocato, è già pronto alla bocciatura: “Collezionisti ed esperti vedranno chiaramente che questa non è un opera di Velzazquez” dice. Il Prado, da parte sua, nonostante, a livello informale circolino voci sul fatto che al museo non dispiacerebbe il siluramento del quadro, induce un suo esponente a dichiarare che non ha nessuna intenzione ad esprimere giudizi su un quadro non proprio. Di diverso tenore le dichiarazioni dell’ente inglese, proprietario del dipinto. Naturalmente aperte alla nuova attribuzione. Tutto il mondo è paese. Non accade così soltanto in Italia.
Un bozzetto di Velàzquez? Feroce contrapposizione tra critici
Secondo lo storico dell'arte Díaz Padrón, il dipinto, oggi conservato in Inghilterra, non sarebbe una copia eseguita dal figlio di Velàzquez ma il bozzetto delle Meninas dipinto dal maestro per ottenere l'approvazione del re alla stesura del quadro maggiore. Violente contrapposizioni e una mostra che pare studiata per bocciare un percorso attributivo di grande interesse