di Federico Bernardelli Curuz
[L]e droghe e il mondo dell’arte. Un binomio,purtroppo, in alcuni casi, molto stretto. Una esigenza immotivata di extracorporeità, di trascendenza che porta ad una visione prospettica unica e completa dell’immanente, della realtà di tutti i giorni. Questa l’intenzione di molti artisti maledetti, artisti che hanno affidato a sostanze allucinogene, a pennello e tela il ruolo di codificare l’astratto, per cifrare l’indecifrabile.
Ma esiste, al fondo di questa coincidenza, una ragione ben più semplice. In molti casi l’artista, specie durante il periodo di elaborazione del proprio linguaggio e della ricerca del minimo sbocco di mercato, vive in situazioni di degrado, in una marginalizzazione assoluta che rende più facile l’assunzione delle droghe. Pertanto questo articolo è fortemente contrario all’idea che l’arte possa migliorare, grazie a sostanze esterne. L’artista ha invece la necessità di trovare in se stesso – nella più assoluta indipendenza – quel raccordo creativo tra l’individuale e l’universale, in grado di trasformare l’espressione in un’immagine universale.
Bryan Lewis Saunders, artista di Washington, ha voluto associare l’assunzione di una droga o comunque di una sostanza psicotropa all’opera realizzata sotto gli effetti di quella sostanza stessa. Il risultato dimostrano che le droghe – oltre ad essere pericolose – non risultano performanti, non migliorano cioè il livello tecnico o espressivo del creativo. Tale “esperimento” è iniziato nel 1995 e finora ha prodotto ben 9000 tavole riportanti ciascuna un effetto diverso derivato da diverse sostanze allucinogene… una indefessa puntigliosità o, molto più probabilmente, una grave forma di dipendenza.Un metodo che sicuramente lascia delle ripercussioni sulla sua persona, e come non potrebbe…
“Dopo essermi concentrato per anni sulla percezione della realtà esterna- dichiara Bryan Lewis Saunders – , ho cercato altre esperienze che possano influenzare profondamente la mia percezione interiore. Così ho ideato un esperimento in cui ogni giorno ho assunto un farmaco diverso e mi sono lasciato trasportare dai loro differenti effetti. In poche settimane sono diventato apatico e sofferto danni cerebrali lievi. Sto ancora conducendo questo esperimento, ma su grandi vuoti di tempo. Io prendo solo le droghe che mi vengono prescritte”…
Ma a quest’ultima frase va dato poco poco credito, come testimoniano le immagini qui sotto:
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