Chi non ricorda “Tournée du Chat Noir”, uno dei più celebri manifesti dell’Ottocento dedicato all’omonimo café parigino, vittima di tante intimidazioni? Forse meno noto, ai più, è il nome dell’autore di questa amatissima affiche. Si tratta di Theophile Alexandre Steinlen (1859-1923), di origine svizzera, ma trasferitosi nella capitale francese appena ventenne. Il gatto nero, a partire dall’Ottocento, divenne un simbolo di trasgressione. Tradizionalmente legato al demonio e alle streghe, il misterioso felino dal mantello nero, divenne simbolo di un pensiero controcorrente.
Steinlen – come Baudelaire – si sentiva un gatto nero. Egli divenne uno degli artisti bohemien di Montmartre e un frequentatore assiduo dei numerosi café parigini, e ciò gli permise di conoscere e frequentare molti artisti e scrittori del tempo, tra i quali Émile Zola. Fu ben presto collaboratore di una cinquantina di riviste, alcune da lui stesso fondate e dirette. Tra le altre non possiamo non citare “Le Chat Noir” e “Gil Blas”. Grazie alla sua grandissima abilità di farsi interprete delle difficoltà della società operaia, nonché cronista delle atmosfere dei bar e degli scorci della Parigi popolare raggiunse, al tempo un grandissimo successo. Ma già allora era poco conosciuto come pittore, mentre era ricercatissimo per le illustrazioni, molte delle quali vennero dedicate ad uno dei suoi soggetti più amati: i gatti. E dunque il cerchio si chiude: nel 1883 visitò per la prima volta “ Le Chat Noir” e l’anno seguente diede vita all’illustrazione per la rivista anonima. Fu poi nel corso degli anni Novanta che realizzò alcune versioni per il manifesto del café. Manifesto che ancora oggi riscuote un indiscusso successo. Più del suo autore.
NEI VIDEO VIAGGIO TRA LE OPERE di Theophile Alexandre Steinlen, il pittore dei gatti