Da un lato il significato più genericamente riferito alla figura umana, nella sua nudità, in quanto oggetto di studio e di rappresentazione nelle arti figurative (nell’accezione lata di “mettere allo scoperto, liberare da ciò che avvolge o riveste o ricopre”), e dall’altro il senso figurativo di “mettere in evidenza, scoprire senza reticenze o sottintesi”. Si tratta di ventuno opere che raccolgono una selezione di ritratti di artisti italiani su richiesta da parte dell’artista di una libera interpretazione soggettiva dell’arte
Posts published in Luglio 2015
Figura carismatica della politica italiana dell'Ottocento, scrittore celebrato, intellettuale acuto, Masssimo Taparelli, marchese d'Azeglio, fu un artista di rilievo. Si distinse nella pittura di storia e nei paesaggi con figura. Una tecnica meticolosa, una stesura accurata, secondo le regole accademiche
Alla fine degli anni Sessanta, Giorgio Griffa (Torino, 29 marzo 1936) abbandona la figura per intraprendere una ricerca fondata sulla valenza del gesto e sulla capacità della materia di interagire con l’uomo. In seguito, nella sua opera si farà strada il bisogno
di aprirsi alla memoria millenaria dell’arte. L’intervista di Stile
Una mostra da Sotheby's, negli Stati Uniti, asseconda la corsa delle quotazioni dell'esponente italiano dell'Arte povera. Nell'articolo tutte le opere in esposizione e le quotazioni dell'artista, recentemente incoronato a Versailles
Riproponiamo l'intervista di Enrico Giustacchini a Elio Fiorucci, straordinario creatore di immagini affidate con inesauribile inventiva ad un mondo parallelo, fantasioso ed ironico. Il rapporto di simbiosi con la Pop Art. Quando Andy Warhol si “espose” nella vetrina del suo store a New York. La performance milanese di Keith Haring e il film interpretato da Jean-Michel Basquiat
Un universo si dischiude avvicinando gli occhi a una prodigiosa piccola “teca” devozionale. Un dedalo di simboli, di frammenti ossei, di nomi, di decorazioni ai quali il Louvre ha dedicato una mostra. Ecco quali sono le coordinate per non perdersi nel minuscolo labirinto
Un grande rilancio dell'autore bergamasco con la mostra alla Royal Academy of Arts. Dal prognatismo posturale del dialetto, che s'aggruma sul mento dei suoi soggetti bergamaschi e bresciani a una rude incapacità di tanti nobili di provincia di occupare l'abito con scioltezza; dalle cisti deturpanti al centro della fronte a certi strabismi estremi, mica corretti, nemmeno di un filino, rivelano la domanda e l'offerta di verità, a volte impietosa, come sanno esserlo i veri contadini. Il pittore è sempre armato dalla comunità in cui opera; bergamaschi e bresciani volevano vedersi com'erano e non come avrebbero potuto immaginarsi. Ed eccoli serviti.
Nostra intervista al maestro italiano. “Amo i futuristi, ma la mia musa rimane la Pop art”. Libertà dell’immagine e gioiose cromie per esorcizzare il dramma del vivere.