PUOI RICEVERE GRATUITAMENTE, OGNI GIORNO, I NOSTRI SAGGI E I NOSTRI ARTICOLI D’ARTE SULLA TUA HOME DI FACEBOOK. BASTA CLICCARE “MI PIACE”, SUBITO QUI A DESTRA. STILE ARTE E’ UN QUOTIDIANO , OGGI ON LINE, FONDATO NEL 1995
Il colorismo è una modalità tecnico-pittorica – che ha caratterizzato, in passato soprattutto la scuola veneta – che assegna all’atto pittorico un’importanza maggiore rispetto al reticolo disegnativo realizzato, in preparazione, sul supporto del dipinto. Il colore viene così generalmente steso+ senza che sulla tela o sulla tavola, al contrario della pittura dell’Italia centrale, molto vincolata al disegno – sia realizzato un minuzioso disegno preparatorio. Sicchè si può affermare che mentre i grandi maestri del rinascimento fiorentini o romani, di fatto, coloravano un disegno, restando ad esso vincolati, i veneti procedevano a plasmare la luce-colore con minori vincoli, utilizzando più il pennello che il lapis o il carboncino. Il colorismo pertanto consente di raggiungere esiti di maggior scioltezza e di minore monumentalità, monumentalità derivata generalmente dalla linea conchiusa di matrice disegnativa. I massimi esiti del colorismo veneto vengono raggiunti da Tiziano, nella maturità, con stesure così di getto che prefigurano le scioltezze di rilevamento della realtà degli impressionisti, anch’essi annoverabili – per quanto il termine sia più storicamente riferito alla pittura cinquecentesca che a quella moderna – nell’ambito del fenomeno colorista.
Nonostante ciò è errato affermare che i coloristi veneti non disegnassero, ma il disegno risulta importante come elemento preparatorio alla stesura pittorica, più come idea compositiva che come vincolo. Essi si trovano a tradurre un disegno – che resta sempre più come idea di partenza, che può essere mutata – in pittura. Lo stesso Caravaggio, che disegnò nella scuola di Peterzano come dimostra la recente scoperta di cento opere realizzate nel corso del processo formativo, non disegnava sulle tele dei suoi dipinti, ma si limitava a segnare, con la punta lignea del pennello, linee di rilevamento per sistemare correttamente i propri modelli nella composizione. (cfr http://www.stilearte.it/giovane-caravaggio-ecco-i-cento-disegni-ritrovati-e-le-ragioni-della-fondatezza-della-scoperta/)
Il termine colorismo non corrisponde – come potrebbe essere erroneamente inteso – al concetto di uso di colori molto accesi. Semmai, nell’ambito del fenomeno veneto, è vero il contrario, specie rispetto alla pittura dell’ Italia centrale che utilizza, colori più puri e pertanto – e pensiamo a Raffaello e a Michelangelo – più squillanti. L’attenzione al colore porta invece i veneti ad osservare con attenzione la realtà e a rendersi conto – anche a partire dagli studi di Leonardo – che le fonti luminose e i riflessi o i riverberi degli oggetti portano a un melange cromatico, basato su tinte o toni, che costituiscono la base della pittura tonale ( http://www.stilearte.it/pittura-tonale-definizione-e-analisi-del-concetto/) altra caratteristica della pittura veneta che scaturisce dalla scelta colorista.
UN ESEMPIO CONTEMPORANEO DI PITTURA COLORISTA, AFFRONTATA CON I COLORI SENZA DISEGNI PREPARATORI, SECONDO UNA TECNICA IMPRESSIONISTA
Colorismo in pittura – Il colorismo veneto. Definizione, concetto ed esempi
Il colorismo è una modalità tecnico-pittorica - che ha caratterizzato, in passato soprattutto la scuola veneta - che assegna all'atto pittorico un'importanza maggiore rispetto al reticolo disegnativo steso, in preparazione, sul supporto del dipinto. La pittura viene così generalmente stesa senza che sulla tela o sulla tavola, al contrario della pittura dell'Italia centrale, molto vincolata al disegno - sia realizzato un minuzioso disegno preparatorio. Sicchè si può affermare che mentre i grandi maestri del rinascimento fiorentini o romani, di fatto, coloravano un disegno, restando ad esso vincolati, i veneti procedevano a plasmare la luce-colore con minori vincoli, utilizzando più il pennello che il lapis o il carboncino.