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Aveva da poco finito di dipingere l’Edera, un quadro simbolista dedicato alle eterna fedeltà delle promesse d’amore, due amanti in primo piano, la pianta sempreverde, avvinta al corpo del muro. Da qualche giorno soffriva di intensi dolori intestinali che diventarono insopportabili. Era saturnismo, intossicazione di piombo, contenuto nel colore bianco, che egli prediligeva e con il quale otteneva quelle piume di luce e quell’estremo sfumato che contraddistingueva i suoi dipinti. Tranquillo Cremona, dopo un primo interevento con i pennelli, rifiniva le opere con le dita, per sfumare: il pollice per espandere la luce, il, l’indice o il medio perdare il lume, con maggior precisione. Tutte le dita per rendere la massima vaporosità ai propri dipinti.
Quest’uso delle dita fu causa di un’inconsapevole, continua ingestione e assimilazione dei componenti chimici del bianco – la biacca era prodotta con il carbonato basico di piombo – che provocò un’intossicazione gravissima, causa del blocco intestinale. Tranquillo Cremona si spense a Milano, il 10 giugno 1878. L’artista era nato 41 anni prima a Pavia, il 10 aprile 1837. Era stato il maggior interprete della Scapigliatura in ambito pittorico. Formatosi sotto l’influsso iniziale di Hayez, l’artista virò verso il colorismo veneto – il pittore aveva soggiornato sette anni a Venezia, tra 1852 e il 1859, frequentando l’Accademia – lavorando su una vaporosità del colore, che egli aveva estremizzato a partire dal 1870 con il quadro I cugini. Il pittore pavese fu oggetto di aspre critiche da parte degli ambienti vicini all’accademia, ma diventò un punto di riferimento per numerosi artisti, tra i quali Medardo Rosso e il primo Boccioni.