Il tonalismo – Cos'è il tonalismo e perchè si differenzia dalla pittura tonale. Tiziano, El Greco, Rembrandt

E' una modalità di rappresentazione della realtà che coglie il comportamento d'azione di una luce colorata - in buona parte dei casi, ma non in assoluto, bronzeo dorata - che intride di sè ogni parte del quadro, modificando le carnagioni dei soggetti e mutando il colore originale degli oggetti. Il tonalismo rappresenta la massima, esasperata azione della pittura tonale, al punto da essere esclusivamente costituito da un colore di luce - tono - che , nei casi più estremi, porta il dipinto ad assumere caratteristiche del monocromo



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Variante rafforzata della pittura tonale (cliccando qui la definizione e gli esempi di pittura tonale: www.stilearte.it/pittura-tonale-definizione-e-analisi-del-concetto/ ), il tonalismo è una modalità di rappresentazione della realtà che coglie il comportamento d’azione di una luce colorata – in buona parte dei casi, ma non in assoluto, bronzeo dorata – che intride di sè ogni parte del quadro, modificando le carnagioni dei soggetti e mutando il colore originale degli oggetti.

Il tonalismo rappresenta la massima, esasperata azione della pittura tonale, al punto da essere esclusivamente costituito da un colore di luce – tono – che , nei casi più estremi, porta il dipinto ad assumere caratteristiche del monocromo. Il massimo sviluppo della pittura tonale e della sua estremizzazione, il tonalismo, appunto, si ebbero nell’area veneta nel Cinquecento.
Il tonalismo – uso di un tono unico, a differenza della pittura tonale che porta più toni rappresentati non solo dalla principale emissione luminosa, ma anche da una seconda o da una terza e dai riverberi e dai riflessi, in una visione polifonica dei toni stessi – risulta molto evidente nella maturità di Tiziano, in parte in Veronese, e in maniera intensa in Tintoretto, nonché in esponenti delle stesse scuole, emuli e seguaci. Il rapporto tra pittura tonale e tonalismo è simile a quello che, nella musica, corre tra polifonia e monodia. Da una luce, nella maggior parte dei casi, bruno-ocra, come quella che si diffonde al tramonto del sole nell’attimo esatto dell’imbrunire – il farsi bruno – o nei colori portati a terra dall’aurora – da aurum, oro – i pittori veneti colgono quella dominante generalmente dorata che, in alcuni casi, diviene elemento preziosamente vivificante, in altri,quando il bruno prevale sull’oro, è portatrice di senso di malinconia estrema e di tormento. Il tonalismo fu adottato, in alcuni periodi del percorso pittorico, anche da altri autori, contemporanei o successivi al manierismo veneto, tra i quali segnaliamo, a livello esemplificativo, Peter Paul Rubens – artista barocco che operò in Italia settentrionale in un periodo cruciale per l’evoluzione del proprio portato pittorico – e Rembrandt. Nell’ambito di un tonalismo blu-azzurro operò invece un altro grande pittore formatosi alla scuola veneta, El Greco. Ora osserviamo gli esempi.

Tiziano Vecellio, Venere e Adone, 1553, olio su tela, 186x207, Madrid, Museo del Prado. Questa è la prima versione del soggetto,che fu realizzata per l'imperatore Filippo II. Tiziano, considerato il successo del quadro, ne realizzò alcune versioni, in collaborazione con la propria bottega. Il dipinto del Prado è contrassegnato dall'attenzione ai valori della pittura tonale, cioè dall'osservazione del colore della luce di una fonte primaria, che permea cromaticamente la scena con il proprio tono, intridendo i colori degli oggetti e mutandone parzialmente la cromia, ma anche dall'influenza reciproca tra i colori stessi. Il soggetto verrà ripreso,trale altre versioni, sette anni dopo per il quadro oggi conservato a Roma. L'osservazione delle due tele rende manifesta la differenza tra la pittura tonale di quest'opera a il tonalismo della successiva
Tiziano Vecellio, Venere e Adone, 1553, olio su tela, 186×207, Madrid, Museo del Prado. Questa è la prima versione del soggetto, che fu realizzata per l’imperatore Filippo II. Tiziano, considerato il successo del quadro, ne realizzò alcune versioni. Il dipinto del Prado è contrassegnato dall’attenzione ai valori della pittura tonale, cioè dall’osservazione del colore della luce di una fonte primaria, che permea cromaticamente la scena con il proprio tono, intridendo i colori degli oggetti e mutandone parzialmente la cromia, ma anche dall’influenza reciproca tra i colori stessi. Il soggetto verrà ripreso,tra le altre versioni, sette anni dopo per il quadro oggi conservato a Roma. L’osservazione delle due tele rende manifesta la differenza tra la pittura tonale di quest’opera a il tonalismo della successiva



Tiziano Vecellio, Venere e Adone, 1560, olio su tela, 187x184 cm, Roma, Galleria d'arte antica. Il tonalismo è evidente su questa tela e si pone in risalto nel raffronto con quella precedente. La luce del cielo,che vira verso il marrone rossiccio, si estende ad ogni parte del quadro, in modo assoluto, sovrapponendosi ad ogni colore.
Tiziano Vecellio, Venere e Adone, 1560, olio su tela, 187×184 cm, Roma, Galleria d’arte antica. Il tonalismo è evidente su questa tela e si pone in risalto nel raffronto con quella precedente. La luce del cielo,che vira verso il marrone rossiccio, si estende ad ogni parte del quadro, in modo assoluto, sovrapponendosi ad ogni colore.

Per avere un punto di confronto esterno alla pittura tonale e al tonalismo, osserviamo ora un soggetto analogo - Venere e Marte - con personaggi mitologici in un bosco. Il quadro, realizzato dal bolognese Francesco Albani (1568-1660),risponde alle convenzioni cromatiche della pittura centro-italica. I colori sono vivi, autonomi, non influenzati dal colore della luce primaria o del riverbero cromatico del prato
Per avere un punto di confronto esterno alla pittura tonale e al tonalismo, osserviamo ora un soggetto analogo – Venere e Marte – con personaggi mitologici in un bosco. Il quadro, realizzato dal bolognese Francesco Albani (1568-1660),risponde alle convenzioni cromatiche della pittura centro-italica. I colori sono vivi, autonomi, non influenzati dal tono della luce primaria o del riverbero cromatico del prato

Rembrandt Harmensz. van Rijn (1606-1669), Autoritratto, circa 1668, olio su tela, 82,5 x 65 cm. L'opera risponde perfettamente ai criteri del tonalismo e avvicina questo quadro di estrema espressività a un monocromo. Il tonalismo sembra emergere con prepotenza nella maturità di alcuni artisti, quando la policromia sembra perdere di significato a favore di una pittura più forte, inferiormente decorativa ma frutto di una interiorità più libera
Rembrandt Harmensz. van Rijn (1606-1669), Autoritratto, circa 1668, olio su tela, 82,5 x 65 cm. L’opera risponde perfettamente ai criteri del tonalismo e avvicina questo quadro di estrema espressività a un monocromo. Il tonalismo sembra emergere con prepotenza nella maturità di alcuni artisti, quando la policromia sembra perdere di significato a favore di una pittura più forte, inferiormente decorativa ma frutto di una interiorità più libera

El Greco aveva compiuto un determinante percorso di completamento formativo a Venezia. In questa Pietà egli pratica, come in altri dipinti della maturità, un tonalismo dominato da una luce grigio azzurra. Il quadro contiene preannunci di Van Gogh e Cèzanne
El Greco aveva compiuto un determinante percorso di completamento formativo a Venezia. In questa Pietà egli pratica, come in altri dipinti della maturità, un tonalismo dominato da una luce grigio azzurra. Il quadro contiene preannunci di Van Gogh e Cèzanne





La Spoliazione di Cristo (El Espolio) (1577–1579, olio su tela 285 × 173 cm, Sacrestia della Cattedrale, Toledo)
El Greco, La Spoliazione di Cristo (El Espolio), 1577–1579, olio su tela, 285 × 173 cm, Toledo, Sacrestia della Cattedrale. L’opera si caratterizza per un’intensissima dominante azzurra

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