La scoperta di una strada romana da parte di un gruppo di ricercatori dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) e dell’Università Iuav di Venezia è oggetto di un articolo pubblicato questa settimana su ‘Scientific Reports’ del Gruppo Nature. Il ritrovamento suggerisce che vi potessero essere insediamenti diffusi nella laguna di Venezia secoli prima della fondazione della città. Generalmente si pensava che gli isolotti della laguna fossero rimasti disabitati fino alle invasioni barbariche, quando le popolazioni romanizzate, che abitavano nelle città dell’interno o della costa cercarono rifugio in luoghi desolati, poichè la terraferma era sottoposta a sanguinarie incursioni.
La storia della città andrà rivista? Nuclei più antichi potrebbero giacere, in modo più diffuso, sotto la stessa città? La scoperta della strada, e di strutture portuali romane – nonchè altri reperti di piccole dimensioni, come vasi e contenitori in argilla – mette in luce anche un altro interrogativo sull’innalzamento delle acque. Perchè una parte delle strutture sono a ben 11 metri di profondità?
“Durante l’età romana, ampie zone della laguna di Venezia ora sommerse erano accessibili da terra, tuttavia, nonostante i molti ritrovamenti di reperti negli ultimi decenni nelle isole e nelle aree umide della laguna, non è ancora chiaro quale fosse l’estensione dell’occupazione antropica in epoca antica.- scrivono gli studiosi sul sito nazionale del Cnr –
Grazie alla mappatura dei fondali della laguna con un sonar ad alta risoluzione e alla ricerca archeologica e archivistica, Fantina Madricardo e Maddalena Bassani, insieme ai colleghi Giuseppe D’Acunto, Antonio Calandriello e Federica Foglini, hanno individuato 12 strutture allineate lungo l’asse del Canale Treporti alte fino a 2,7 metri e lunghe fino a 52,7 metri. Una di queste strutture fu oggetto di investigazione da parte di Ernesto Canal, pioniere delle ricerche archeologiche in laguna, e della Soprintendenza nel 1985 che, grazie all’ispezione dei sommozzatori Paolo Zanetti ed Eros Turcato, scoprivano in quell’area la presenza di alcune anfore e un allineamento di numerosi ‘basoli’, pietre utilizzate dai Romani per la costruzione delle strade. Altre pietre simili a basoli sono state successivamente documentate durante un’ispezione del Nucleo Sommozzatori della Polizia nell’estate del 2020.
Oltre alle strutture in allineamento, lo studio documenta la presenza di altre quattro strutture, la più grande delle quali misura quasi 135 m in lunghezza e fino a 4 m in altezza.- proseguono gli studiosi del Cnr – La posizione di quest’ultima struttura e le sue dimensioni fanno pensare che si possa trattare potenzialmente di una struttura portuale, forse parte di un molo, anche se ulteriori indagini archeologiche subacquee saranno necessarie per confermare tale ipotesi. I dati acquisiti insieme a quelli raccolti negli anni ’80 indicano che la strada si trova su un antico litorale ora sommerso, il quale in epoca romana doveva essere emerso e accessibile.
I ritrovamenti supportano l’ipotesi che vi fossero insediamenti permanenti nel Canale di Treporti durante l’epoca romana. Come suggerito dagli autori dell’articolo, la strada era probabilmente parte integrante della rete viaria romana dell’Italia nordorientale, lungo il litorale che connetteva Chioggia (l’antica Clodia) all’antica città di Altino, che sorgeva ai margini della parte settentrionale della laguna.
Per informazioni:
Fantina Madricardo
CNR-ISMAR
Tesa 104 – Arsenale, Castello 2737/F, 30122 Venezia
fantina.madricardo@ismar.cnr.it
+ 39 3474983049
La strada romana sommersa nella Laguna di Venezia sconvolge la storia della città
Oltre alle strutture in allineamento, lo studio documenta la presenza di altre quattro strutture, la più grande delle quali misura quasi 135 m in lunghezza e fino a 4 m in altezza.- proseguono gli studiosi del Cnr - La posizione di quest’ultima struttura e le sue dimensioni fanno pensare che si possa trattare potenzialmente di una struttura portuale, forse parte di un molo