La torba ha conservato perfettamente il legno di quercia nel quale è stato scolpito, 1600 anni fa, un grande idolo. La statua è stata scoperta, durante alcuni lavori stradali a Gortnacrannagh nella contea di Roscommon, in Irlanda. Gortnacrannagh si trova a 6 chilometri dal complesso storico di Rathcroghan, l’antica capitale dei re celtici del Connacht e uno dei principali siti dell’Irlanda centrale sin dall’era neolitica.
I materiali torbosi – che sono collegati alle paludi – hanno un’azione di eccezionale conservazione dei materiali organici, al punto che, nel passato, sono stati individuati, in diversi luoghi d’Europa, corpi di uomini vissuti all’età del bronzo, perfettamente integri.
La scultura risalirebbe al secolo precedente l’arrivo di san Patrizio, che portò in Irlanda il Cristianesimo. Chi rappresentava quella figura longilinea alta poco più di 3 metri che, a quei tempi, saliva, fantasmatica, dalle acque della palude? Un antenato mitico? Un Dio? Uno spettro in grado di collegare il mondo dei vivi con quello dei defunti?
Una piccola testa trapezoidale è collocata in cima a un corpo snello. Nove tacche orizzontali e irregolari scavano il torso. Quelle tacche potrebbero essere le intercapedini tra le costole e, pertanto, l’idolo sintetizza la figura di uno scheletro?
“La tipologia di questi idoli antropomorfi in legno è ben nota agli archeologi irlandesi che ne hanno scoperti una dozzina in Irlanda, un’isola proverbialmente acquosa, cosparsa di paludi. – ha detto Eve Campbell, direttrice dello scavo, condotto da Archaeological Management Solutions, che ha realizzato anche le fotografie di questo servizio – Le distese selvagge dal particolare microclima offrono talvolta le condizioni ideali per la conservazione di oggetti deperibili come il legno, o anche tessuti organici come testimoniano le torbiere. I nostri antenati consideravano le zone umide come luoghi mistici, dove potevano entrare in contatto con i loro dei e l’Aldilà”. Una credenza confermata dal ritrovamento di un pugnale rituale e ossa di animali vicino alla statua.
Tanti indizi che lasciano pochi dubbi sulla sacra funzione dello spazio scavato dagli archeologi irlandesi e dove si trovava l’idolo di legno oltre 1600 anni fa. Tutto ciò “suggerisce che nel sito si praticassero sacrifici di animali e che l’idolo faceva probabilmente parte di queste cerimonie”, ha confermato il direttore dello scavo. La stessa località di Secondo la sua datazione, potrebbe essere ancora attivo quando San Patrizio arrivò in Irlanda all’inizio del V secolo.
Scoperto a Gortnacrannagh, l’idolo non entrerà a far parte delle collezioni storiche della contea di Roscommon. Solo una replica dovrebbe essere presentata verso la fine del mese nel parco archeologico di Craggaunowen, a un centinaio di chilometri di distanza. Quanto alla scultura stessa, in restauro in un laboratorio dell’University College Dublin, tra tre anni sarà in viaggio verso le gallerie del National Museum of Ireland. Fino ad allora, il lavoro di conservazione su questo fragile residuo potrebbe non dire agli scienziati irlandesi il nome di questa divinità della palude. Rappresentava un notabile, un eroe o un re locale? Era uno spirito, o anche un dio di piena misura? O era allora, come suggeriscono ancora gli archeologi, un corpo sostitutivo per sostituire il sacrificio di un umano? Non riuscendo a dare la lingua al gatto, il grande idolo di Gortnacrannagh rischia di presentare all’eternità solo una lingua di legno. Ben tagliato, certo, ma silenzioso.