Una bottiglia di metallo sepolta nei sotterranei di una fattoria di 1900 anni fa. Dentro di essa un panno di stoffa che chiude, come un tappo, il tesoretto.
La bottiglia è stata recuperata, senza che fosse svuotata, e portata in laboratorio. Successivamente – come avviene in questi casi nell’archeologia contemporanea – il contenitore sarà sottoposto a un micro-scavo per il recupero accurato di tutto il materiale in esso contenuto. Il peso complessivo dell’oggetto e del suo contenuto è di 6,8 chilogrammi.
La scoperta è avvenuta in uno spazio che potrebbe coincidere con la cantina dell’edificio padronale di un’antica tenuta gallo-romana. Sotto i resti dello stesso edificio sono stati trovati anche ceppi di ferro, utilizzati per impedire la fuga a schiavi e prigionieri, senza esimerli dalla possibilità di spostarsi per lavorare, sotto controllo. I ceppi sono “manette per le caviglie”.
Questi e numerosi altri materiali sono emersi durante uno degli scavi compiuti nella campagna di Saint-Sauveur, un comune francese di 1.385 abitanti situato nel dipartimento della Somme, nella regione dell’Alta Francia.
La fattoria, fondata nel I secolo, fu riorganizzata e ampliata notevolmente nel secolo successivo. La possiamo immaginare – nella versione del II secolo – composta da un palazzo padronale, attorno a una corte chiusa da edifici rustici di servizio e alloggi dei lavoratori.
La fattoria aveva anche laboratori artigianali e cantine. Probabilmente nelle stanze sotterranee venivano detenuti schiavi o l’ambiente era utilizzato come prigione.
“I resti scoperti – relativamente alla parte più vecchia, risalente al I secolo, ndr – danno l’immagine di una popolazione romanizzata molto antica, che aveva contatti commerciali lontani, ma rimaneva fortemente ancorata alle abitudini alimentari galliche come la consumazione di carni di cavallo – dicono gli studiosi dell’Inrap – .
A partire dalla metà del II secolo il luogo fu riorganizzato, con un ampliamento dell’habitat e la comparsa di attività artigianali. Vasti edifici residenziali, associati a cantine e ripostigli, sono organizzati intorno a un cortile dominato da un imponente edificio con cantina.
Nelle fondamenta di questo edificio rettangolare, abbiamo trovato un vaso interrato che conteneva un deposito monetario. La posizione dell’edificio principale e il percorso che conduce ad esso, così come la partizione tra un cortile con attività e un’area residenziale, ricordano l’organizzazione in pars urbana e pars rustica delle fattorie gallo-romane. In questo periodo fu installata anche una fucina che serviva per modellare, da piccoli lingotti, minuscoli oggetti come chiodi o coltellini.
I resti della fauna, trovati nell’area della fattoria del II secolo, mostrano un consumo di cibi variegato composto principalmente da carni di maiale e pecora. La notevole qualità e quantità di oggetti intrappolati nelle strutture scavate illustrano l’agio degli occupanti (ceramiche importate, vasellame metallico, ornamenti, scritte, ecc.) e testimoniano le attività ivi svolte (metallurgia, agricoltura, molitura, lavorazione tessile, legno e pelle).
Una necropoli gallica composta da cinquantatré tombe era stata scoperta dall’Inrap nel 2015 a Saint-Saveur. Un cimitero utilizzato per circa 150 anni, durante il III e il II secolo a.C. Vasi corredavano la tomba di ogni defunto, spesso con offerte di cibo e talvolta depositi di oggetti metallici: coltelli, forbici, rasoi e alcuni ornamenti come braccialetti o perle.
L’ultimo scavo – oltre alla fattoria – ha rivelato un’altra necropoli dello stesso periodo, situata a diverse centinaia di metri di distanza, ai margini del sito dell’insediamento. È circoscritta da un recinto aperto ad est. Tre tombe occupano lo spazio centrale, tra cui una più riccamente dotata che contiene cinque vasi e due perle di vetro blu.