ll Trittico della Vendetta è costituito da tre opere di Francesco Hayez, risalenti a metà Ottocento. Maria, la protagonista, nella prima tela viene consigliata dall’amica Rachele a utilizzare la delazione politica per vendicarsi dell’amante dal quale è stata tradita; nella seconda, convinta da Rachele, imbuca la lettera; nella terza si pente del proprio gesto e tenta di impedire la consegna della denuncia anonima. L’opera in copertina è uno dei tre dipinti, intitolato Consiglio alla vendetta, (1851); 237x178cm. Questo tema è anche sviluppato da Boito nella novella Senso, trasposta cinematograficamente da Luchino Visconti.
STILETTATE
di Tonino Zana
“Chi la fa l’aspetti”. Ho ascoltato il breve proverbio nelle ultime file di un funerale antico e siccome ormai il rito era stato consumato, le preghiere svolte, il pianto dedicato, mi sono concesso un fraseggio, sono entrato nel cerchio, ho declamato: “Chi la fa l’aspetti”, un bel niente. Conosco mille persone balorde, ne hanno combinate di ogni, alcuni sono morti e non hanno aspettato nessuno.
Dunque, cosa propongo? Vendetta mai, non per bontà, per fede religiosa o dettato morale, no, per evitare un danno psicologico a me stesso, la vendetta costa danari, tempo e travasi di bile e se sbagli la mossa paghi triplo.
Allora, il perdono? Neanche per sogno. Il perdono finto e ad alta voce, di sicuro, il perdono maiuscolo lo lascio a chi perdona a raffica e spesso lo fa per mestiere.
Vendetta, no, perdono, no, perciò, vita sospesa, limbo operativo? No. Direi di una paziente attesa e intanto uno sguardo da altre parti. Di più, una puntata profondamente pessimistica e se succede qualcosa di decente, meglio, è come trovare una pepita d’oro per terra.
Infine, caro direttore, vale una stilettata tutto questo? Forse no, e forse sì. Tutto sommato, chiudere un funerale con intenzioni neutre, quasi buone porta bene e in ogni caso fa bene alla salute. Prosit. E “chi la fa l’aspetti” aspetterà.