In fase finale i restauri della Casa dei Vettii, famiglia di ex schiavi divenuta ricca e potente con il commercio

Priapo e una cassaforte dov'erano custoditi i tesori. I fratelli avevano recuperato un edificio e l'avevano ristrutturato, rendendolo una piccola reggia, specchio della loro fortuna e della loro abilità. L'anteprima degli interventi di restauro

In fase finale i restauri della Casa dei Vettii di Pompei, una delle domus più affascinanti della città antica. Qui sono in corso interventi di ripristino delle coperture del peristilio e di restauro delle pitture dei vari ambienti, che consentiranno di restituire alla fruizione del pubblico una tra le più raffinate dimore di Pompei.

“I fratelli Aulus Vettius Conviva e Restitutus erano i proprietari della splendida Casa dei Vettii, due ex-liberti arricchitisi con il commercio, due “uomini nuovi” di Pompei, entrati a far parte dell’oligarchia cittadina attraverso la nomina a importanti cariche pubbliche. – raccontano gli studiosi del Parco archeologico di Pompei – La loro è una casa di vecchia costruzione, completamente ristrutturata in età augustea e ancora migliorata forse proprio quando i due fratelli l’hanno acquistata, prima del terremoto del 62 d.C. Amadeo Maiuri, ex-direttore degli scavi di Pompei, la considerava come quella “che meglio rappresenta, nella sua lussuosa decorazione parietale e nella graziosa composizione scenografica del giardino, il lusso mercantile degli ultimi decenni di vita della città“”.

Oggi, grazie a impegnativi lavori di restauro, si prepara a riaprire i battenti, per tornare ad accogliere fra le sue bellezze i nuovi ospiti di Pompei.

“La signorile Casa dei Vettii è posta sotto la protezione di Priapo, dio dal grande fallo dipinto a destra del portone e simbolo della prosperità dei proprietari della casa. Vi si accede dal Vicolo dei Vettii, e subito entrando si apprezza la maestosità di questa domus. – proseguono i responsabili della comunicazione del Parco archeologico di Pompei – La planimetria della casa presenta una novità nell’architettura pompeiana, proprio all’ingresso: l’assenza del tablino, tradizionalmente presente sul fondo dell’atrio, per cui quest’ultimo svolge una funzione centrale di rappresentanza e di passaggio diretto all‘elegante e lussureggiante peristilio. La maggior parte degli affreschi della casa risale agli interventi condotti dopo il terremoto, e mostra una scelta accurata dei soggetti, generalmente collegata alla funzione degli ambienti”.

Gli ospiti vengono accolti all’ingresso, con la figura di Priapo. Si passa poi nell’atrio, dove si trovano fanciulli intenti a compiere sacrifici ai Penati, raffigurati nello zoccolo, alludenti al culto degli antenati, da sempre connesso a questo ambiente dell‘abitazione. Inserite nei pressi della grande cassaforte in bronzo, dove erano custoditi gli oggetti preziosi e gli averi dei proprietari, è la personificazione di Fortuna, alla quale degli amorini rivolgevano onorati sacrifici.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz