Acquisito dagli Uffizi busto romano del I secolo a. C. mentre inizia programma sulle acconciature imperiali

Non è improbabile che il personaggio raffigurato fosse un ricco commerciante, abituato a viaggiare attraverso il Mediterraneo orientale e dunque conoscitore della cultura greca. L’opera, una rilevante testimonianza degli anni turbolenti di Giulio Cesare e Ottaviano, era in vendita

CRESCE LA RACCOLTA DEI RITRATTI DI EPOCA ROMANA DEGLI UFFIZI: ENTRA IN COLLEZIONE
UN PREZIOSO BUSTO IN MARMO DEI TEMPI
DI GIULIO CESARE

L’opera, risalente al I secolo a. C., è stata consegnata dal Ministero della Cultura agli Uffizi, dove è ora esposta al secondo piano.

E dal 17 al 19 giugno tornano le Giornate Europee dell’Archeologia: il museo partecipa con un progetto sulle acconciature di famose imperatrici, da Livia, moglie di Augusto, a Faustina Maggiore, zia di Marco Aurelio

L’espressione accigliata, il collo teso, le ciocche dei capelli scomposte, ad incorniciare un perfetto ovale alla greca: sono i tratti dell’ultima preziosa opera giunta ad arricchire la raccolta dei ritratti di epoca romana delle Gallerie degli Uffizi, tra le maggiori collezioni di questo tipo in Europa. Si tratta del busto in marmo, risalente alla seconda metà del I sec. a.C, di un importante personaggio pubblico. Non se ne conosce il nome, ma sicuramente l’uomo doveva essere un ammiratore delle correnti più vitali e innovative della ritrattistica del suo tempo. L’impostazione della testa è dinamica e potente, lo stile scultoreo crea forti zone d’ombra sulle superfici, accentuando gli effetti drammatici dell’espressione: sono elementi ispirati ai ritratti ellenistici dell’Egitto e della Siria. Non è improbabile che il personaggio raffigurato fosse un ricco commerciante, abituato a viaggiare attraverso il Mediterraneo orientale e dunque conoscitore della cultura greca. L’opera, una rilevante testimonianza degli anni turbolenti di Giulio Cesare e Ottaviano, era in vendita; è stata segnalata da Michele Bueno, funzionario archeologo della Soprintendenza fiorentina al Ministero della Cultura, che ha esercitato il diritto alla prelazione acquisendola al patrimonio dello Stato. Un antico tesoro viene così restituito al godimento di tutti: il busto infatti da oggi è esposto agli Uffizi, al secondo piano della Galleria delle Statue e delle Pitture.

Intanto, tornano dal 17 al 19 giugno le Giornate Europee dell’Archeologia: le Gallerie, oltre che con questa preziosa acquisizione, vi partecipano, ‘in onda’ sulla loro pagina Facebook, presentando un progetto dedicato alle acconciature di famose imperatrici: da Livia, moglie di Augusto e modello di tradizione, alle principesse Flavie, simbolo dello stile della nuova dinastia, passando per Faustina Maggiore, moglie di Antonino Pio e zia di Marco Aurelio.

L’iniziativa offrirà dunque l’occasione per avvicinarsi al mondo antico in modo anticonvenzionale, seguendo uno delle pratiche più comuni alla cura della persona, la pettinatura, considerata nella Roma antica – e ancora oggi – un vero e proprio mezzo di comunicazione. Mani e volti mostrati nei video appartengono alle allieve delle classi 3H e 3I dell’Istituto di istruzione superiore Elsa Morante-Ginori Conti (Istituto Nicolodi) di Firenze; il percorso è completato da un ironico dibattito in latino parlato, con Novella Lapini e Alessandro Muscillo a dare voce ai busti antichi di Ovidio e Saffo, sul ruolo centrale dei capelli nella bellezza femminile.

Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: “Celebriamo queste giornate europee dell’archeologia in maniera “classica” – esponendo un’importante opera, da pochi giorni diventata patrimonio pubblico – e “anticlassica”, dedicando alcuni video alla realizzazione di pettinature delle più celebri imperatrici romane. La ricerca, condotta da ragazzi delle scuole superiori sotto la direzione di studiosi degli Uffizi, avvicina l’antichità ai giorni nostri, invitando tutti a guardare con occhi nuovi e curiosi opere che altrimenti sarebbero appannaggio degli addetti ai lavori”.

Curatela del progetto: Curatela del progetto: Novella Lapini, Silvia Barlacchi (con la consulenza di Laura Buccino)

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Maurizio Bernardelli Curuz
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