“La Regione è grata ai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale perché con il loro lavoro ci restituiscono pezzi importanti della nostra storia e delle nostre radici. Buona è la notizia che ora la Soprintendenza esporrà il prezioso manufatto recuperato nell’operazione al Museo Archeologico del Friuli Occidentale di Torre di Pordenone, dove sarà conservato e valorizzato per la fruizione pubblica, a disposizione della comunità per motivi di studio e di arricchimento culturale”. Lo ha affermato l’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli in occasione della consegna ufficiale alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia di una spada medievale sequestrata in un’abitazione privata di Sacile dai militari del Reparto dell’Arma dei Carabinieri specializzato nelle attività di prevenzione e repressione dei reati commessi ai danni del patrimonio culturale.
L’operazione è stata presentata in queste ore nei dettagli nel salone d’onore di Palazzo Ragazzoni di Sacile alla presenza del sindaco Carlo Spagnol, del Comandante Provinciale Carabinieri Luciano Paganuzzi, del Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Udine Lorenzo Pella e della funzionaria della Soprintenza Serena di Tonto, in rappresentanza della dirigente Simonetta Bonomi.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pordenone e condotta anche grazie alla collaborazione della Stazione Carabinieri di Sacile, è culminata in una perquisizione domiciliare che ha portato a rinvenire, oltre all’arma bianca, numeroso materiale archivistico, tra cui due tomi risalenti al XVIII secolo, un documento manoscritto e cinque antifonari membranacei risalenti al XVI secolo, già restituiti alla parrocchia di San Nicola Vescovo di Sacile.
La spada era stata rinvenuta dall’illecito possessore nei fondali del fiume Livenza ed era stata sottoposta ad expertise da parte della Sabap del Friuli Venezia Giulia, che ne aveva stabilito l’originalità e il particolare pregio, contestualizzandola nel territorio sacilese.
L’esemplare, una spada a una mano con elsa a bracci diritti e pomo a disco decorato a niello databile al XIII secolo, è di particolare interesse per rarità e fattura – come ha spiegato la storica dell’arte Angela Borzacconi – ed è stata oggetto di un accurato restauro sostenuto e diretto dalla Soprintendenza ed effettuato da una ditta specializzata di Padova.