Gli ultimi re di Vulci, prima della conquista romana. Mostra archeologica a Massa Marittima

“Gli ultimi Re di Vulci. L’aristocrazia etrusca vulcente alle soglie della conquista romana” è il titolo di una importante mostra che sarà inaugurata al Museo archeologico di Massa Marittima venerdì 15 luglio e rimarrà visitabile per tutta l’estate fino all’1 novembre. Vulci (in etrusco Velch o Velx) è un’antica città etrusca nel territorio di Canino e di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, nella Maremma laziale.


In esposizione oltre 50 reperti archeologici provenienti dal Parco archeologico di Vulci, rientrati in Italia dopo la loro esposizione al Museo archeologico di Francoforte. Una mostra che racconta il periodo ellenistico e l’ultima fase dell’aristocrazia etrusca di Vulci, prima della conquista romana attraverso i corredi funebri rinvenuti in alcuni sepolcri monumentali. La mostra testimonia i fasti delle famiglie più importanti di Vulci nella complicata fase storica che vide il prepotente arrivo di Roma e il passaggio delle città sotto al dominio romano. In esposizione a Massa Marittima elementi di oreficeria e altri corredi funebri, tra i quali specchi decorati con miti greci e una coppa tolemaica importata dall’Egitto che rappresenta un unicum e sottolinea come la famiglia aristocratica etrusca a cui apparteneva l’oggetto, aveva avuto la possibilità di mantenere rapporti nel Mediterraneo anche sotto il dominio romano.
L’evento espositivo è promosso dal Comune di Massa Marittima in collaborazione con la Fondazione Vulci e la cooperativa Zoe.
Per capire l’importanza della civiltà etrusca bisogna “leggerla” dall’inizio alla fine, sono gli ultimi capitoli infatti che illuminano i primi. Un esempio per tutti è la grande epopea narrata nei dipinti della Tomba Francois (fine del IV sec. a.C.) che risale a due secoli prima della loro realizzazione. Lo studio delle famiglie che alle soglie del IV sec. a.C. governavano Vulci ci consente di mettere in evidenza e di proporli a pubblico alcuni documenti straordinari. L’idea è quella di ricostruire la loro storia attraverso la riproposizione museale dei loro monumentali sepolcri e di ciò che resta degli straordinari corredi. E così i Saties, i Tarnas, i Tutes, i Tetnies ecc. si racconteranno, restituendoci così uno spaccato culturale e sociale della Vulci in attesa dell’imminente arrivo di Roma. Sarcofagi iscritti con il nome del defunto ma anche specchi e vasellame in bronzo, monili in metallo prezioso, pregiate produzioni ceramiche, rinvenuti negli ultimi scavi, faranno da corollario a quelle storie che saranno comunicate agli attenti visitatori con linguaggi semplici e diretti. A fianco delle più famose tombe della necropoli di Ponte Rotto (François, Sarcofagi, Tori, Delfino e Iscrizioni), vengono presentati anche le ultime scoperte effettuate nella necropoli di Poggetto Mengarelli.

“Ospitiamo a Massa Marittima una mostra di grande interesse – commenta Irene Marconi, assessore comunale alla Cultura – che arricchisce e integra le testimonianze etrusche presenti sul nostro territorio ed in particolare visibili all’interno del Museo Giovannangelo Camporeale. I meravigliosi reperti di Vulci saranno accolti in un contesto museale recentemente rinnovato in grado di esaltarne la bellezza.”
“L’iniziativa – spiega Roberta Pieraccioli, direttrice dei Musei di Massa Marittima – è importante anche perché rientra tra le attività scientifiche che portiamo avanti come Museo di Rilevanza regionale.”
All’inaugurazione, in programma il 15 luglio, alle 18, interverranno Irene Marconi, assessore comunale alla Cultura; Roberta Pieraccioli, direttore dei Musei di Massa Marittima, Simona Carosi funzionario della Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale; Carlo Casi, direttore scientifico del Parco archeologico di Vulci; Claudia Pietrini, presidente della Cooperativa Zoe.
La mostra sarà visitabile dal 15 luglio tutti i giorni dal lunedì alla domenica nei seguenti orari: dalle 9 e 30 alle 13 e dalle 15 alle 20. Da settembre all’1 novembre il lunedì il museo resterà chiuso e sarà possibile visitarla dal martedì alla domenica.
Il costo del biglietto di ingresso al museo per visitare la mostra è di 4 euro, (ridotto 3 euro).

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Maurizio Bernardelli Curuz
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