Le stilettate di Zana. Con il quadro di Dirck de Vries. Il lavoro in presenza e i rischi del telelavoro

La ripresa è una sospensione in movimento leggero tra alzarsi e sedersi e noi italiani abbiamo troppi tempi di pausa del genere. La nuova tecnologia del lavoro a casa aumenta questi strati di sospensione e avanza un mondo di sieste contrapposte alla necessità di fare. Conosciamo la contraddizione, non la rimoviamo, in fondo è un modo per guadagnare un'idea centrale, cioè valida per tutti, un'idea in grado di tagliare il mito della fatica e della vacanza, della pensione e della occupazione, del vivere e del morire

Dirck de Vries, Mercato delle verdure, New Hermitage di San Pietroburgo

STILETTATE
di Tonino Zana
Ferragosto è passato, le fabbriche, le scuole, gli uffici sono chiusi eppure si torna ufficialmente al lavoro.
La ripresa è una sospensione in movimento leggero tra alzarsi e sedersi e noi italiani abbiamo troppi tempi di pausa del genere. La nuova tecnologia del lavoro a casa aumenta questi strati di sospensione e avanza un mondo di sieste contrapposte alla necessità di fare. Conosciamo la contraddizione, non la rimoviamo, in fondo è un modo per guadagnare un’idea centrale, cioè valida per tutti, un’idea in grado di tagliare il mito della fatica e della vacanza, della pensione e della occupazione, del vivere e del morire.
Non resisterà a lungo, ancora, l’epoca del consumo e del consumismo, tutto è stato usato e chi non ha usato si è impadronito della soddisfazione anche ideale, anche teorica a consumare e così, oltre il bisogno e oltre l’economia disponibile, il cavallo non beve più, non ha più senso e armonia minima il rito del comprare e del vendere.
Intanto avanza la proposta di mettere a disposizione miliardi per sistemare in un pericoloso riposo coloro che non servono. La finzione a servire, ormai, è stata scoperta e l’identità della persona annaspa in cerca di se stessa, non trova le tracce di un suo passaggio e procede a vuoto.
Attenti, potremmo essere entrati nel cammino dove sono divelti i segnali, le città non si annunciano, il cielo si è dimesso dall’obbligo di guidarci. Tocca, di nuovo, a noi. E’ il momento in cui siamo soli e contiamo per quello che siamo o vogliamo essere.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz