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L’artista giapponese Yayoi Kusama spesso punta sul concetto dell’interattività, sostantivo che oggi abbiamo legato al rapporto tra uomo e computer, ma che deve esse giustamente esteso al ceppo etimologico di “attività tra”, cioè condivisione. Tutto, qui, inizia con uno spazio anonimo e asettico. Mobili bianchi, pareti bianche. E’ molto triste questo minimalismo al quale gli spettatori sono chiamati a rispondere con gioia, obliterando il candido nulla – da questo elemento il titolo della performance ambientale “Obliteration” – con adesivi multicolori.
Nel corso di un paio di settimane la stanza è stata trasformata da una tela bianca in un’esplosione di colore, con migliaia di punti incollati su ogni superficie disponibile.
TateShots ha prodotto questo video time-lapse della Sala Obliteration che copre le prime settimane della presentazione alla Tate Modern nel 2012. È stato inizialmente concepito come un progetto per i bambini, ed è stato prima messo in scena presso la Queensland Art Gallery nel 2002
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