Escursionista con occhio eccezionale trova ascia dell’Età del Bronzo su un sentiero dell’Aspromonte

"Ho consegnato il reperto alla direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Locri, arch. Elena Rita Trunfio che ne ha dato immediata comunicazione alla Soprintendenza APAB. L’ascia sarà oggetto di studio da parte di archeologi della preistoria e, mi auguro, esposta nel Museo. Ringrazio l’arch. Domenico Malaspina per la collaborazione. Mi rimane indelebile l’emozione di aver tenuto tra le mani un oggetto così prezioso e carico di storia e sono grato all’Aspromonte per le sorprese che ancora mi rivela".

“L’Aspromonte svela il suo volto primordiale, un’ascia preistorica tra l’età del Bronzo antico e quella del Bronzo medio quindi 1.600-1.500 anni avanti Cristo. Ho trovato l’esemplare, in buono stato di conservazione, lungo un sentiero nella vallata della fiumara La Verde”. dice Alfonso Picone Chiodo.

Alfonso Picone Chiodo subito dopo il ritrovamento dell’ascia dell’Età del Bronzo . Foto Picone Chiodo
Foto: Alfonso Picone Chiodo
Foto: Alfonso Picone Chiodo
Lo studioso ha aggiunto un pezzo di legno per completare visivamente l’ascia. .Foto: Alfonso Picone Chiodo

“Ho consegnato il reperto alla direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Locri, arch. Elena Rita Trunfio che ne ha dato immediata comunicazione alla Soprintendenza APAB. L’ascia sarà oggetto di studio da parte di archeologi della preistoria e, mi auguro, esposta nel Museo. Ringrazio l’arch. Domenico Malaspina per la collaborazione. Mi rimane indelebile l’emozione di aver tenuto tra le mani un oggetto così prezioso e carico di storia e sono grato all’Aspromonte per le sorprese che ancora mi rivela”.

Alfonso Picone Chiodo: scrittore, fotografo, ricercatore, trekker ed alpinista.
“Sono nato a Reggio Calabria nel 1959, ho iniziato a camminare per l’Aspromonte nel 1975 da scout e con le prime traversate fui ammaliato dall’Aspromonte. – dice Alfonso Picone Chiodo – L’escursionismo divenne quindi la mia passione, difficile da praticare in quegli anni in cui la criminalità aveva scelto la montagna reggina come luogo nel quale compiere uno dei reati più barbari: il sequestro di persona. Questa preclusione fu tuttavia stimolo per contrapporvi una libera fruizione che potesse sviluppare un’economia sana”.
“Orientai i miei studi universitari alla conoscenza della natura, mi laureai in Scienze Agrarie e i sentieri divennero il mio lavoro. In questo visionario progetto ho coinvolto tanti amici che hanno messo a disposizione diverse e elevate competenze fondando nel 1985 l’Associazione Escursionistica “Gente in Aspromonte” e nel 1988 la cooperativa “Nuove Frontiere”, prima esperienza imprenditoriale di ecoturismo in Calabria e tra le poche in quegli anni nel Meridione”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz