Buon Natale con la musica di Piero della Francesca trovata nel dipinto. Ed eseguita per la prima volta. Ascoltatela qui

L'arpista Floraleda Sacchi ha riletto gli studi sul quadro-spartito di Piero avviati da Pierpaolo Tofanelli, ha trascritto la piccola partitura e l'ha eseguita con il sintetizzatore

di Roberto Manescalchi

Il primo a scoprire nella Nativita di Piero della Francesca oggi alla National Gallery (distrutta da un recentissimo restauro e per fortuna non lo diciamo noi, ma il critico d’arte del Guardian: Jonathan Jones cui, ovviamente rendiamo omaggio ed onore) un piccolo spartito musicale è stato Pierpaolo Tofanelli agli inizi del 2010. Gli studi di Tofanelli furono da noi pubblicati nel 2014 nel numero quattro di Pagine Nuove di Storia dell’Arte e dell’Architettura (Fot.2).

Foto 2

Pierpaolo al tempo delle operazioni di impaginazione del lavoro (Fot 3).

Foto 3

Recentemente detti studi con notevoli e significativi approfondimenti sono stati portati avanti dall’amico direttore e fondatore della rivista Etnie, Roberto C. Sonaglia nell’articolo:

Misteri etnici, archeologici e astronomici della Valtiberina Toscana

Nel 2014 la nostra rivista usci corredata da un disco di musiche al tempo di Piero che presentammo al The letterario al Gambrinus (caffè granducale) di Montecatini Fot.4.
Non essendo riusciti i musicisti da noi interpellati (diciannove maestri di vari conservatori italiani e stranieri) a suonare il breve spartito che qui abbiamo riprodotto con la grafica originale disegnata da Tofanelli. Musiche al tempo di Piero che in realtà partivano da metà cinquecento e che di Piero avevano purtroppo poco o niente. Nostro errore editoriale che oggi confessiamo candidamente così come si dovrebbe sempre fare quando si sbaglia. Non stiamo a farla lunga che c’era pare un problema del si (nota musicale). Noi sappiamo solo che una nota non poteva mancare che sette sono i nani che dormirono con Biancaneve, i peccati capitali, i giorni della settimana, le regioni della Grecia antica che ispirarono il monaco di Arezzo per i suoi modi, le vite dei gatti e potrei continuare all’infinito. Oggi Floraleda Sacchi, la celebre arpista, vincitrice tra l’altro di un Grammy (solo per uno dei suoi ultimi risultati di successo) e con discografia prodotta per tutte le Major anche per Philips che ha cessato da qualche anno le pubblicazioni, nonché vincitrice di 16 concorsi internazionali prima di smettere di partecipare, forse le era venuto a noia, ha postato per noi, sulla sua pagina online

https://floraledasacchi.com/piero-nativita/

il suono (opera del sintetizzatore per ora) dello spartito di Piero… lei lo ha suonato con tutte le note come era giusto che fosse.

Mi dispiace per Pierpaolo che è morto prima di sentire la musica che ha visto! Forse vado a trovarlo al camposanto con il pc per fargliela sentire. Serve qui per augurare a tutti buone laiche ed antiche feste e per ricordare agli inglesi che bisogna leggere e studiare prima di operare. Che se poi scriviamo che a qualcuno andrebbero tagliate le mani (anche qualche testa non sarebbe male) gli utili idioti di Marchino dello Zucchero sono subito pronti a censurare ignoranti di iperboli e poveri di spirito, purtroppo, viviamo nel loro tempo.
Si potrebbe obiettare della poca penetrazione dei testi citati, ma lo spartito di Piero è piuttosto diffuso e, nel tetto della sua capanna è visitato da milioni di umani tutti gli anni. Possibile che nessuno abbia pensato che un quadro che trasuda di musica da ogni pennellata potesse non suonare? Anche il pastore con il bastone direi che più che pastore batta i tempi con la sua canna/bastone e, tetto a parte, i cantori sulla sinistra? Il fabbro seduto sulla sella non batte i martelli sull’incudine, ma lo sanno tutti che è significante allegoria della musica… Tutti meno che alla National?
Vero che anche se è Natale noi tutto siamo meno che buoni e che dal sette di gennaio del 2003 (sempre un sette c’è di mezzo) chiederemo con forza la testa del Direttore della galleria londinese (tra l’altro nel 2019 ha esposto un Boltraffio/Modestini spacciandolo per Leonardo (Fot. 5)

Foto 5

e qui su questo giornale c’è chi lo ha detto ben prima degli esperti del Louvre. Per non dire di chi è stato processato e condannato per cento disegni di Caravaggio che erano e sono veri… dov’è la religione? C’è un motivo per cui Adriano costruì il vallo? Certo che si…i barbari e gli incivili con cui non c’è ragione e pensiero devono stare fuori al di la del muro. La musica neoplatonica di Piero non contempla visioni di alcun tipo e tantomeno quella di Brigida di Svezia. La visione che avrebbe (sic.) illustrato Piero nel suo Natale, ma qui torneremo con abbondanza. Con tutta la musica di cui è impregnata quella tavola sono andati a cercare Santa Brigida che fa rima con frigida ed evoca il freddo del suo paese in un dipinto caldo come non mai: un “Natale di Giugno”. Non statevi a disturbare lo sappiamo che la svedese ha partorito figli ed è stata prima sposa che Santa così come sappiamo con assoluta certezza che Piero sia stato dei Franceschi e non del Brigidi, frigidi o brigidini che quelli sono (li cuociono) oltre le montagne di la da Monte Casale e oltre il poggio dei frati dopo le carbonaie di Parchiule (Fot. 6).

Foto 6

Poi, dopo, se uno dispensa ciurloni tra capo e collo hanno anche l’ardire di sostenere che non te li hanno levati dalle mani e che noi siamo i soliti esagerati. Se c’è un santo cui l’infinito pierfrancescano si rivolge quello è solo e soltanto Francesco e a noi gli inglesi non devono venire a raccontare balle che sarebbe bastato leggere. Stia tranquillo Finaldi (inglese di adozione?) che noi stiamo lavorando per lui (per l’arte e la bellezza), siamo toscani e non sperate di farci passare per buoni che buoni non siamo… mai neanche a Natale che poi adoriamo gli dei dell’Olimpo e lo sanno tutti che il buon Dio dei cristiani l’ex Mitra (Sol invictus e o anche e poi fratello sole di francescana memoria), pregnante in questo caso, ci ha donato, oltre alle acque di Saturnia, residuo del Dio degli inferi, franchigie speciali che altri mortali non hanno. Figuriamoci se spalleggiati dal Guardian cui forniremo quintali di argomenti. A presto e felici giorni a tutti meno a coloro che distruggono bellezza e di cui daremo ampia dimostrazione. Bellezza unica speranza per la possibile salvaguardia del mondo… (liberamente da Cvetan Todorov); intanto buona musica a tutti.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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