Una recente scoperta archeologica ha catturato l’attenzione degli studiosi e degli appassionati di storia romana. Un manico di coltello, finemente fuso in bronzo, è emerso dal fiume Tyne vicino alla città romana di Corbridge, lungo il Vallo di Adriano, nel Northumberland. Questo reperto, unico nel suo genere, raffigura un gladiatore di tipo secutor, celebre figura delle arene romane, e offre nuove prospettive sulla diffusione della cultura dei giochi gladiatori anche nelle regioni più remote dell’Impero Romano. E’ assai probabile che la figura costituisse l’artistico manico di un coltello di contenute dimensioni. Un oggetto da arena o un prodotto per la casa?
Il contesto del ritrovamento
Corbridge, nota in epoca romana come Corstopitum, era una città strategica lungo la grande linea difensiva del Vallo di Adriano. Fondata come base militare, si trasformò nel tempo in un importante insediamento commerciale, punto di snodo per i soldati e i mercanti che attraversavano la frontiera settentrionale dell’impero. Corbridge ospitava un deposito militare che serviva le legioni del Vallo e possedeva infrastrutture tipiche di un centro urbano romano, tra cui un forum, magazzini e botteghe artigiane.
Il ritrovamento del manico di coltello nel fiume suggerisce che questo oggetto, oltre a essere di uso quotidiano, avesse un valore simbolico. È possibile che fosse un tributo personale a un gladiatore specifico o un souvenir, indice del fascino che i giochi gladiatori esercitavano anche in una regione così lontana dal cuore di Roma. Ma sappiamo bene che i gladiatori figuravano anche sulle più eleganti stoviglie romane, a dividersi, più o meno la metà della rappresentazioni, con la rappresentazioni d’amore. Uomini e donne si dividevano cioè gli spazi dei temi più amati anche su piatti e contenitori ceramici.
Il secutor: il gladiatore dei combattimenti ravvicinati
Il secutor era una delle figure più conosciute e temute nelle arene romane. La sua armatura era progettata per il combattimento a distanza ravvicinata: indossava un elmo chiuso con piccole fessure per gli occhi, un grande scudo rettangolare e impugnava una spada corta, o gladius. La sua pesante protezione lo rendeva meno agile, ma la sua strategia si basava sulla forza fisica e sull’abilità di sopraffare l’avversario. Spesso era opposto al retiarius, il gladiatore armato di rete e tridente, creando un contrasto drammatico che appassionava il pubblico.
Il manico di coltello ritrovato raffigura un secutor mancino, una caratteristica rara e inusuale, considerata di cattivo auspicio in epoca romana. Tuttavia, combattere con la mano sinistra poteva rappresentare un vantaggio strategico, sorprendendo gli avversari abituati a duellare contro destrimani.
Gladiatori: schiavi, combattenti e celebrità
I gladiatori erano generalmente schiavi, prigionieri di guerra o criminali condannati, addestrati in scuole specializzate (ludi gladiatorii). Tuttavia, alcuni riuscivano a guadagnare fama, fortuna e persino la libertà. L’Impero Romano coltivava un vero e proprio culto della personalità intorno a queste figure: i combattimenti nelle arene erano seguiti con passione, e i gladiatori più celebri venivano celebrati come autentiche stelle dello spettacolo.
Ricchezza e celebrità
Nonostante la loro origine spesso umile, alcuni gladiatori accumulavano enormi ricchezze. Ricevevano premi in denaro per ogni vittoria, e i più abili o popolari potevano essere sponsorizzati da aristocratici. Alcuni di loro acquistavano la libertà e si ritiravano, aprendo scuole di gladiatori o vivendo da uomini liberi con considerevoli mezzi economici.
Corbridge e la cultura dei gladiatori
Il ritrovamento del manico di coltello a Corbridge sottolinea come la fama dei gladiatori si estendesse ben oltre le grandi città dell’impero. Oggetti decorati con immagini di combattenti, come coltelli, lampade o coppe, erano simboli del culto popolare per queste figure. Ad esempio, in Gran Bretagna sono stati trovati pochi manufatti simili, il che rende questo pezzo particolarmente significativo.
La dottoressa Frances McIntosh, curatrice della collezione English Heritage per il Vallo di Adriano, ha evidenziato l’importanza di questo ritrovamento come testimonianza della cultura materiale legata ai gladiatori. La presenza di questi oggetti a Corbridge suggerisce che le arene e i giochi gladiatori erano un tema di interesse anche per le popolazioni delle province più lontane.