Il maltempo dell’ultimo periodo ha valorizzato l’efficienza dei lavori in corso al Parco Archeologico di Ercolano sulla gestione delle acque piovane e sorgive e il loro smaltimento. E’ infatti grazie agli interventi messi in campo che, nonostante le piogge tanto abbondanti degli ultimi mesi, il fronte mare del Parco è salvo, tant’è che al visitatore non appare più la palude di un tempo che ha richiesto continui interventi.
Ma al Parco si è andati oltre, le acque raccolte non sono andate sprecate perché grazie al ripristino del sistema fognario romano, di cui Ercolano era dotato, ed un sistema idraulico progettato ad hoc si è giunti a riutilizzare le acque pluviali e sorgive per le esigenze degli uffici e la cura delle piante del Parco.
Al Parco Archeologico di Ercolano proseguono infatti i lavori sull’antica spiaggia per consentire di ripristinare il livello di calpestio come si presentava al momento dell’eruzione. La riconquista delle quote del 79 d.C. consentirà di passeggiare sul litorale antico con un percorso finora inedito che arriverà fino alla Villa dei Papiri, mettendo finalmente in connessione le due aree dell’antica Herculaneum. La spiaggia si trova oggi a circa 4 metri al di sotto dell’attuale livello del mare, una condizione che ha sempre posto problemi di regimentazione delle acque. E proprio per risolvere queste criticità, il Packard Humanities Institute attraverso gli specialisti dell’Herculaneum Conservation Project a partire dal 2007 ha elaborato, in sinergia con la Soprintendenza di Pompei prima e con il Parco Archeologico di Ercolano poi, uno studio multidisciplinare finalizzato alla progettazione di un intervento risolutivo di tutte le problematiche aggravatesi a partire dagli scavi degli anni 80 del “900. e . Lo scopo dei lavori in corso è l’irregimentazione delle acque sorgive e piovane per prevenire l’allagamento dell’area dei fornici, conservare e salvaguardare il patrimonio, ampliare i livelli di fruizione di questa zona strategica del sito antico dove si ammira l’unico fronte a mare completamente conservato di una città antica.
“Il passato ci insegna – interviene il Direttore Sirano – grazie ad un approccio multidisciplinare, è in corso un progetto sostenibile messo in campo in sinergia con il Packard Humanities Institute che mette insieme impianti e risorse antiche e moderne. La valorizzazione dell’antica spiaggia ha consentito importanti acquisizioni scientifiche, come la scoperta delle sequenze geologiche che fecero cambiare il livello del mare per molte volte dal III secolo a.C. sino al momento dell’eruzione, oppure gli innumerevoli materiali di legno e il famoso ultimo fuggiasco, trovato con la propria sacca da viaggio contenente i suoi beni più preziosi in una cassettina di legno. Ma questo progetto ha previsto anche la documentazione con i più moderni mezzi digitali e la conservazione dei resti dell’antica falesa tufacea del III secolo a.C., al tempo dell’eruzione sommersa dal mare e coperta da una spiaggia vulcanica, la cui sabbia è stata rimossa nel corso degli scavi della fine del secolo scorso. Il sistema naturale di drenaggio e regimentazione delle acque, completamente reversibile, svolge allo stesso tempo tre funzioni: quella idrica, quella di protezione dell’antica falesa e quella di fruizione con una superficie in materiale naturale percorribile anche con carrozzine. Infine il recupero delle acque con un sistema virtuoso di riutilizzo si inserisce in un complessivo approccio del Parco agli obiettivi dell’agenda 2030 in termini di resilienza e di energie rinnovabili.”