Cosa festeggiavano gli antenati romani in queste ore di febbraio? La risposta nelle foto e nell’articolo

Con più di 80 pagnotte per infornata e 5 macine in pietra lavica nel cortile - nella foto qui sopra -  il panificio di Popidio Prisco era uno dei più grandi forni della città, nelle immediate vicinanze del Foro. Hic habitat felicitas (Qui è di casa la felicità) si legge sulla porta del Panificio. L’attività del forno si era rivelata estremamente lucrativa per la famiglia che abitava nella grande dimora adiacente, riccamente decorata con marmi pregiati.

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Nella seconda decade di Febbraio a Pompei si celebravano i Fornacalia. I festeggiamenti consistevano in un sacrificio alla dea Fornace (Fornax), durante il quale le si offriva della mola salsa – farro abbrustolito cosparso di sale, usato nei sacrifici romani. – scrive il Parco archeologico di Pompei — A testimonianza della centralità e dell’importanza nella vita pompeiana sono stati rinvenuti più di 30 forni, alcuni ancora molto ben conservati, come quello di Popidio Prisco.
I Fornacalia erano una festa della religione romana dedicata ai forni per cuocere il pane, la cui dea Fornace era custode del buon funzionamento del forno per il pane. Il culto fu introdotto da Numa Pompilio. I Fornacalia probabilmente duravano nove giorni, come altre celebrazioni romane, quindi avrebbero potuto iniziare alle Nonae di febbraio, mentre si sa per certo che terminavano in coincidenza dei Quirinalia, il 17 del mese.

Durante i Fornacalia veniva offerta alla dea la “Mola Salsa” (chicchi di farro abbrustoliti e pestati in un mortaio).

Uno dei forni presenti a Pompei. Foto di Silvia Vacca

Con più di 80 pagnotte per infornata e 5 macine in pietra lavica nel cortile – nella foto qui sopra –  il panificio di Popidio Prisco era uno dei più grandi forni della città, nelle immediate vicinanze del Foro.
HIC HABITAT FELICITAS (Qui è di casa la felicità) si legge sulla porta del Panificio. L’attività del forno si era rivelata estremamente lucrativa per la famiglia che abitava nella grande dimora adiacente, riccamente decorata con marmi pregiati.

 

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Maurizio Bernardelli Curuz
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