“Lo straordinario ritrovamento di una porzione di città tardomedievale sotto la pavimentazione della Loggia dei Banchi – dice il sindaco di Genova, Marco Bucci – ha presentato nuove opportunità di raccontare la storia di Genova e imposto un’importante revisione del progetto del Museo della Città.
Gli spazi adibiti a depositi di merci di pregio, o la bottega dell’orefice, documentano l’importanza strategica, commerciale e finanziaria di questa area di Genova. Gli scavi dovranno essere visibili e raccontati in maniera immersiva. Nei prossimi mesi saranno organizzate delle visite al cantiere per il pubblico per osservare da vicino l’incredibile storia della nostra città”.
Una verifica sui tesori riemersi è stata compiuta nelle scorse ore, al cantiere della Loggia di Banchi, da parte dei partecipanti al convegno ICOM in corso alla Biblioteca Berio, per un aggiornamento sullo stato dell’arte dei lavori del nuovo Museo di Storia della Città. Un’occasione di grande interesse – organizzata su iniziativa di Segretariato regionale del Ministero della Cultura per la Liguria, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Genova e la Provincia della Spezia, Comune di Genova, Regione Liguria e Fondazione Compagnia di San Paolo – e che avrà ulteriori sviluppi tra fine maggio e il mese di giugno, con un fitto calendario di aperture del cantiere per il pubblico.
“Il ritrovamento di un’importante porzione di città tardomedievale sotto la pavimentazione della Loggia dei Banchi ha presentato nuove opportunità di raccontare la storia della città e imposto un’importante revisione del progetto museografico, in quanto conferma che la zona di Banchi ha avuto un’importanza centrale nella vita sociale ed economica di Genova. – dice Silvia Stefani per il Comune di Genova – Una valenza che suggerisce e impone come strategica la scelta di assumere l’area di Banchi come crocevia e punto di partenza per i percorsi di valorizzazione della città. Dagli scavi è emerso un complesso di attività riconducibili al quartiere o all’albergo (inteso come insieme di famiglie aristocratiche legate da parentela o interessi economici) degli Usodimare, uno dei raggruppamenti più antichi e importanti della città, che dirigevano e sviluppavano attività molteplici nel campo del commercio marittimo e delle manifatture. Così i ritrovamenti di spazi adibiti a depositi di merci di pregio, o la bottega dell’orefice (da cui, via degli Orefici) documentano l’importanza strategica, commerciale e finanziaria di questo settore di Genova, dove la presenza dei “banchi” dei cambiavalute assicurava il rifornimento di monete di metalli preziosi anche per le necessità produttive di una fiorente comunità di artigiani”.
Quanto emerso dal terreno rappresenta l’immagine della vita quotidiana a Genova tra XV e XVI secolo: analizzando le fondazioni, le murature, le strade sovrapposte – a conferma del fatto che la città “cresce” su sé stessa – le botteghe e i magazzini, si intravede una città operosa e vitale: “l’altra faccia dei Rolli”, perché gli straordinari palazzi dei nobili della città sono il frutto di quella febbrile attività mercantile che si svolge sulle strade (a Genova) e fuori (in Spagna, nelle Fiandre), lungo le rotte e nelle grandi piazze commerciali mediterranee e atlantiche.
“Da qui – prosegue Silvia Stefani – l’esigenza di sviluppare un percorso espositivo che tenga conto sia degli scavi, che dovranno essere visibili e raccontati in maniera immersiva, sia dei dati che da questi derivano e che aiutano a comprendere le dinamiche di una città nel momento della sua massima potenza economica. A seguito delle importanti scoperte archeologiche, Ministero della Cultura, Comune di Genova, Regione Liguria e Fondazione Compagnia di San Paolo (sostenitrice del progetto), hanno istituito un tavolo tecnico di lavoro e di confronto per individuare i più opportuni indirizzi e scelte progettuali che un’opera complessa come il nuovo Museo di storia della Città comporta. Un metodo di lavoro fondamentale nei suoi contenuti e nelle sue modalità, che apre la strada ad altre importanti operazioni di valorizzazione del patrimonio culturale della città di Genova. In questa fase condivisa di forte impegno programmatico, il Ministero è al lavoro per completare i restauri delle emergenze monumentali emerse dagli scavi e impostare lo studio dei ritrovamenti archeologici con le necessarie analisi dei reperti e dei documenti d’archivio. Un lavoro complesso che, grazie a un impegno multidisciplinare e alla convergenza di una nutrita serie di competenze e tecnologie di intervento, consentirà la fruizione del contesto di scavo e fornirà le informazioni necessarie per la corretta musealizzazione del sito e dei suoi reperti”.