Ricercatori dell’Università di Siviglia hanno scoperto una nuova stele preistorica nel sito di Las Capellanías (Cañaveral de León, Huelva), la terza trovata nel sito.
Il pezzo riguarda un deposito funerario in cui sono state rinvenute ossa umane cremate, di cronologia ancora indeterminata, il che corrobora l’associazione di queste stele con luoghi funerari e fornisce indizi che potrebbero ribaltare molte ipotesi precedentemente sollevate in relazione a questo particolare tipo di stele. Il dato è importante perchè potrebbe essere esteso a realizzazioni simili che si trovano anche in Italia. Le stele potrebbero essere state sempre collegate a sepolture, ma poi spostate oppure potrebbero essersi persi – per lavori agricoli o interventi stradali – i resti umani. Le stele avrebbero assunto anche il valore di indicazioni geografiche legate a un dato gruppo umano che aveva eseguito quelle sepolture, segnando pertanto il territorio di pertinenza e divenendo – involontariamente – anche segnali per il viandante.
Le stele sono monoliti scultorei utilizzati a scopo commemorativo nella Preistoria recente (Neolitico, Età del Rame, Età del Bronzo ed Età del Ferro), nell’Antichità e nel Medioevo. Generalmente possono misurare da mezzo metro a diversi metri di altezza (nei casi più monumentali). Sono solitamente scolpiti con forme specifiche e presentano motivi incisi o dipinti che rappresentano oggetti o scene o testi scritti (stele epigrafiche). Sono diffusi soprattutto nei contesti funebri, come celebrazione e ricordo di persone e gruppi.
La penisola iberica è una delle regioni d’Europa più ricche di stele preistoriche, sia per la quantità che per la diversità dei pezzi conosciuti. Da quando nel 1898 fu pubblicata la Solana de Cabañas (Cáceres) di Manuel Roso de Luna, la prima ad essere censita sistematicamente, sono stati scoperti più di trecento di questi monoliti, di cui esistono collezioni particolarmente importanti nei musei archeologici di Badajoz e Siviglia e nel Museo Archeologico Nazionale (Madrid). Nonostante l’importante catalogo esistente di questi pezzi, e la bellezza e il valore scientifico che hanno, un problema serio e persistente nei quasi 130 anni trascorsi dalla prima scoperta è stata la mancanza di informazioni sul loro contesto d’uso. Ora le stele trovate in questo sito di necropoli permettono di svelarne la funzione originaria.
La stragrande maggioranza delle stele iberiche sono state scoperte per caso, nel corso di lavori agricoli o rurali (strade, radure, terrazzamenti, ecc.), e non come prodotto di studi archeologici. Di conseguenza, per molti decenni le teorie esistenti sulla sua posizione, funzione e significato sociale sono state molto scarse e hanno aspettato verifica o dimostrazione attraverso dati di buona qualità.
Nell’ultimo anno e mezzo, molti di questi vecchi dibattiti sono stati risolti in un colpo solo grazie agli straordinari risultati ottenuti dalle indagini condotte nel sito di Las Capellanías, situato nel comune di Cañaveral de León (Huelva). Questi lavori sono sviluppati da un team delle università di Siviglia, Durham, Southampton e Huelva guidato da Leonardo García Sanjuán, Marta Díaz-Guardamino, David W. Wheatley e Timoteo Rivera Jiménez. Nel 2018 in questo sito è stata rinvenuta, per caso (e in seguito ad alcuni lavori su una strada), una stele del tipo spesso noto come “diademato” o “con copricapo”, che presenta un personaggio con la testa circondata da un motivo grafico che rappresenta un cappello o un simbolo più astratto (aureola o simili), di cui non è possibile conoscere l’esatto significato simbolico, accompagnato da una serie di indumenti e oggetti per la cura personale, come pettini, specchi, spille e cinture.
Dalla scoperta di quella stele, gli scavi effettuati nel giugno 2022 hanno rivelato una grande necropoli con monumenti funerari tumulari, ciste di pietre e fosse di cremazione, sopra la quale passa la strada Las Capellanías, nella cui opera era stata scoperta la prima stele nel 2018 Negli scavi del 2022, associata ad uno dei tumuli, è stata riesumata una seconda stele, in questo caso della tipologia detta “guerriero”, che si caratterizza per rappresentare un personaggio circondato da una panoplia di armi (scudo, lancia, spada) ed elementi tipici dell’ideale guerriero che circolava in Europa nell’età del Bronzo ( c. 2200-850 a.C.), tra cui carri a due ruote, cavalli, cani (forse da caccia), specchi, pettini, rasoi e pizze, spille, pesi, archi e frecce, ecc. La collocazione di questa stele, all’interno della massa tumulare di una sontuosa sepoltura monumentale, non lascia dubbi sul significato funerario di questi monoliti, a cui si aggiunge la loro collocazione in un’importante zona di passaggio (materializzata da Las Caminos). nell’antichità), che aggiunge un ulteriore elemento al suo significato sociale:
Durante la campagna di scavo a Las Capellanías del settembre 2023, attualmente in corso, è stata rinvenuta una terza stele, sempre del tipo “diademato” o “copricapo” . Questa terza stele è stata rinvenuta coprendo una tomba funeraria in cui sono state rinvenute ossa umane cremate di cronologia ancora indeterminata. Questa scoperta ha confermato l’associazione di queste stele con luoghi funerari.
In effetti, gran parte delle ricerche precedenti sulle stele “diademate” hanno presupposto non solo che i motivi grafici raffigurati attorno alle teste di queste figure fossero un oggetto concreto (un “diadema”), ma che indicassero rappresentazioni “femminili”. Tuttavia, la terza stele scoperta a Cañaveral de León sembra rompere completamente con questa interpretazione, poiché il personaggio ivi raffigurato ha genitali maschili ed è circondato da una panoplia di armi, come avviene nelle stele del “guerriero”. Questa nuova scoperta, quindi, mette in discussione le precedenti interpretazioni sul genere dei personaggi rappresentati., e corrobora il rapporto concettuale e semantico tra un tipo di stele e l’altro, che probabilmente raccolgono, in forma grafica, storie, narrazioni e racconti legati ad antenati mitici, eroi ed eroine fondatrici e personaggi leggendari.
Le ricerche in corso a Las Capellanías stanno dimostrando che molte delle ipotesi precedentemente avanzate riguardo alle stele iberiche preistoriche erano sbagliate, dicono gli archeologi spagnoli. Queste indagini segneranno un prima e un dopo nell’indagine scientifica di queste sculture preistoriche, poiché offrono informazioni empiriche di grande valore per la comprensione di aspetti chiave dell’organizzazione sociale delle comunità che abitavano il sud-ovest della penisola durante il primo millennio a.C. di Cristo.