Nelle foresta trovano un tempio circolare. Il serpente piumato, le esecuzioni capitali, l’alleanza con il dio del vento. Gli scavi

Nel 1525, il famoso esploratore Hernán Cortés trascorse alcuni giorni nella città durante il suo viaggio verso Honduras, con l'obiettivo di sopprimere la ribellione di Cristóbal de Olid. In quel periodo, Itzamkanac era divisa in quattro distretti e ospitava circa 4.000 abitanti. Quando gli spagnoli giunsero nella città, trovarono circa 2.000 case in pietra, molte delle quali erano circondate da mura difensive. Si racconta che Cortés rimase profondamente impressionato dalla città, ancor più di Tayasal, dove si era precedentemente stabilito nel 1523. Durante questa spedizione, Cortés catturò l'ultimo sovrano azteco, Cuauhtémoc, insieme a vari principi, tra cui Coanococh di Texcoco, Teplepanquetzal di Tlacopan e Oquici di Azcapotzalco. Tutti e quattro furono giustiziati a Itzamkanac il 28 febbraio 1525 in seguito a una presunta cospirazione.


Il Ministero della Cultura del Governo del Messico, attraverso un team di specialisti dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), ha identificato ed esplorato una struttura circolare a El Tigre, Campeche, che risale alla tarda occupazione di questo antico insediamento Maya, tra gli anni 1000 e 1200 dC, e che potrebbe essere legato al culto della divinità Kukulcán – il serpente piumato – che nell’Altiplano equivale al dio del vento Ehécatl-Quetzalcóatl. La notizia del nuovo ritrovamento è stata data nelle ore scorse.

Il sito archeologico di Itzamkanac è situato a sudest del Golfo del Messico, a circa 23 chilometri a sud-est della cittadina di Candelaria, lungo la sponda meridionale del fiume che porta lo stesso nome, a un’altitudine di circa 55-60 metri sul livello del mare.

Questo complesso archeologico si estende su una collina naturale sulla sponda sinistra del Rio e copre un’area di circa 5 chilometri quadrati.

Dal punto di vista archeologico, Itzamkanac può essere identificato come un centro di insediamento risalente al tardo periodo preclassico Maya. Le strutture attualmente presenti risalgono tutte al periodo classico iniziale. Purtroppo, le costruzioni e le strutture del periodo postclassico, in cui Itzamkanac prosperò come fiorente centro commerciale collegante le regioni maya di Petén e la costa del Golfo attraverso un porto fluviale di notevole importanza, sono in gran parte andate perdute nel corso del tempo.

Nel 1525, il famoso esploratore Hernán Cortés trascorse alcuni giorni nella città durante il suo viaggio verso Honduras, con l’obiettivo di sopprimere la ribellione di Cristóbal de Olid. In quel periodo, Itzamkanac era divisa in quattro distretti e ospitava circa 4.000 abitanti. Quando gli spagnoli giunsero nella città, trovarono circa 2.000 case in pietra, molte delle quali erano circondate da mura difensive. Si racconta che Cortés rimase profondamente impressionato dalla città, ancor più di Tayasal, dove si era precedentemente stabilito nel 1523. Durante questa spedizione, Cortés catturò l’ultimo sovrano azteco, Cuauhtémoc, insieme a vari principi, tra cui Coanococh di Texcoco, Teplepanquetzal di Tlacopan e Oquici di Azcapotzalco. Tutti e quattro furono giustiziati a Itzamkanac il 28 febbraio 1525 in seguito a una presunta cospirazione.

Il centro cerimoniale del sito è dominato da quattro grandi e imponenti edifici, che possono essere interpretati come templi piramidali, ma che altresì potrebbero essere visti come un’acropoli maya. Queste strutture circondano ampie piattaforme di media altezza su cui sorgono ulteriori edifici, che possono essere interpretati come palazzi o residenze. Nel complesso, il sito comprende anche sei edifici di dimensioni più ridotte, due campi da gioco per il gioco della palla, 13 altari e tre stele. Le scale delle piramidi erano affiancate da maestosi mascheroni in stucco, che si sono conservati relativamente bene grazie alla loro copertura con fasi costruttive successive. Tuttavia.

Per quanto riguarda lo scavo della struttura circolare a El Tigre, il responsabile dell’INAH ha riferito che la sua individuazione, registrazione e consolidamento derivano dal lavoro del Programma di Miglioramento delle Zone Archeologiche (Promeza), all’interno del quale 1.530 sono stati abilitati metri di percorsi interpretativi e rinnovate 49 tessere identificative; oltre ad avviare la costruzione del proprio Centro Servizi Visitatori (Catvi).

Nell’ambito dei lavori archeologici, diretti da Ernesto Vargas Pacheco, che sono avanzati all’87%, è stato effettuato il consolidamento dell’edificio a due piani che avrebbe dovuto essere coronato da un tempio dal tetto piano. Da notare che un seminterrato simile si trova a El Tigre, e altri dello stesso tipo si possono ammirare a Edzná, Becán, Uxmal e Chichén Itzá, per citare alcune zone della penisola dello Yucatán.

L’antropologo ha indicato che l’importanza della struttura architettonica di El Tigre risiede proprio nella sua temporalità, che corrisponde al primo periodo postclassico (1000-1200 d.C.), l’ultimo dell’ex porto fluviale, quando manteneva intensi legami con altre regioni del Mesoamerica, come il Messico centrale, Oaxaca e la costa del Golfo, da dove potrebbe provenire il culto di Ehécatl-Quetzalcóatl.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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