Apparteneva a una donna ed era simbolo d’unione matrimoniale il minuscolo ed elegante anellino d’oro – 2 grammi di peso – trovato in un campo di Munsley, un villaggio e parrocchia civile inglese nella contea dell’Herefordshire, in Inghilterra. “Esiste una precisa indicazione semantica – dicono gli studiosi di Stile arte, che hanno dedicato un saggio ai simboli d’unione nella pittura rinascimentale – nella presenza contemporanea di due pietre, come il rosso-rubino e il verde-smeraldo. Esse tendono ad indicare una persona che vive nella pienezza dell’unione nuziale o sacerdotale”.
E’ pero difficile ricostruire il motivo per il quale l’anello sia finito in un campo di questo ridente villaggio inglese, nel paese in cui, secondo una leggenda è stato sepolto Amleto, il principe che sarebbe diventato protagonista dell’omonima tragedia di Shakespeare. Molti non sanno che il principe Amleto non è soltanto una creazione letteraria, ma deriva da antiche saghe, che probabilmente attingevano – almeno in parte – a fatti storici realmente accaduti- Tante le cronache e le leggende a cui Shakespeare poté attingere. Una di queste antiche narrazioni dice che Amleto era figlio di un re d’origine danese, che aveva occupato parte del territorio inglese, dopo il crollo dell’Impero romano. Horwendill fu un leggendario capo dei Juti, prototipo del Re nell’Amleto di William Shakespeare, padre del principe Amleto protagonista dell’omonima opera. Appare nel Chronicon Lethrense e nel Gesta Danorum di Saxo Grammaticus.
E nella chiesa di Munsley esiste una lapide misteriosa. La pietra contiene un’iscrizione anglosassone che fu decifrata qualche tempo fa dal reverendo CG Hunt e dal professor LA Waddell: “HAMLET XHETI AD 362”, che si tradurrebbe in “Amleto lo Juta AD 362”.
Gli Juti furono una delle tribù germaniche di origine danese che si stabilirono in Gran Bretagna dopo la partenza dei Romani. Un’ipotesi è che provenissero dalla penisola dello Jutland, quindi dalla Danimarca. La Cronaca anglosassone descrive come i fratelli Hengist e Horsa nell’anno 449 furono invitati nella Gran Bretagna subromana da Vortigern per assistere le sue forze nella lotta contro i Pitti . Sbarcarono a Wippidsfleet e continuarono a sconfiggere i Pitti ovunque li combattessero.
Gli abitanti di Munsey sostengono – pertanto – che il vero principe Amleto sia stato sepolto nei pressi della chiesa di San Bartolomeo, nel loro territorio comunale. E negli ultimi giorni si è sparsa la voce che l’anello – risalente a un periodo compreso tra Medioevo e primo seicento – sia stato interrato proprio per una sorta di matrimonio mistico – che varca i confini del tempo – tra una donna e il principe, divenuto protagonista del dramma shakespeariano.
A Munsley – toponimo che significa bosco-radura di Mul o Mundel – un ritrovamento del genere è destinato a creare letteratura. Il villaggio è un luogo minuscolo e pittoresco. Nel 2001 la parrocchia aveva una popolazione di 96 abitanti. Una decina gli edifici tra i quali la Chiesa, descritta come originale normanno, tuttavia restaurata nel 1853. E qualcuno, a Londra, maliziosamente, sostiene che la lapide potrebbe essere stata aggiunta durante quella generosa ristrutturazione, in pieno clima romantico. La pietra è visibile sulla parete destra guardando l’altare, circondata da intonaco. La tradizione locale vuole che sia un frammento della tomba del principe.
San Bartolomeo contiene peraltro anche alcuni esempi di croci paleocristiane su lapidi molto antiche, che si possono trovare su entrambi i lati dei gradini che portano al presbiterio. Questi furono ritrovati durante il restauro ottocentesco della chiesa. Un’altra ipotesi in campo è che la lapide possa essere autentica, ma riferita a un omonimo del principe danese.
La scheda del gioiello trovato in un campo di Munsey, sul portale degli oggetti antichi e preziosi trovati in Gran Bretagna, recita testualmente: “Un anello da dito medievale incompleto, con gemme d’oro incastonate. Questo ha una grande lunetta rettangolare cava con un’apertura ovale (4,9 mm per 2,2 mm) e una pietra viola-rossa incastonata all’interno. Ai lati della lunetta ci sono piccole flange decorate con un motivo increspato di piccole linee parallele. Il cerchio ha sezione trasversale a forma di D ed è decorato alle spalle con una serie di linee incise. Al centro delle spalle c’è un supporto ovale per una pietra, uno è mancante ma l’altro conserva ancora una pietra verde semisferica. Il resto del telaio non è decorato”, In effetti l’anello, che presenta caratteri stilistici classicisti potrebbe essere appartenuto a una donna del primo Seicento. Da qui a pensare a che una fan di Shakespeare e di Amleto abbia potuto seppellire un anello nuziale proprio per sottolineare questo suo legame con il principe addolorato la strada è lunga. Restano due casi separati, quello del gioiello e quello della lapide. Entrambi suggestivi, come il minuscolo villaggio inglese.