Gian Lorenzo Bernini, investigatore nella Roma corrotta. “Il sangue del drago” di Claudia Renzi, romanzo e verità

Viaggiare con lei, in questo universo è davvero delizioso. Vediamo, ne Il sangue del drago, la stessa acutezza che l'autrice mostra nei saggi. Il lettore è avviluppato da una scrittura ricca e puntuale. Vibra qui la medesima forza coraggiosa che Claudia Renzi dispiega per portare i propri autori - tra i quali l'amatissimo Caravaggio - al di fuori dei luoghi comuni che spesso caratterizzano i semplificati crocevia della storia dell'arte


Bernini investigatore. Sì, lui, l’incommensurabile scultore, il divino architetto. L’artista viene portato alla logica del razionalismo investigativo in un ottimo romanzo scritto dalla storica dell’arte Claudia Renzi, che è una grande, acutissima specialista del Bernini stesso e del Caravaggio. “Il sangue del drago” è un “giallo” intrigante e un viaggio appassionante in un mondo, quello della Roma barocca, in cui giganteschi blocchi di marmo divengono leggeri come l’ala di una farfalla e la morte o il precipite destino si compiono rapidamente e inspiegabilmente, con lo stesso frullo d’ali con il quale si era palesata, precedentemente, la Fortuna.

Ma tra tutti questi fragili esseri umani, alimentati esclusivamente dall’oscurità pulsionale – uomini che uccidono e muoiono in una danza di falene prive di ragione, nella vanità delle vanità – la scrittrice fa innalzare un genio assoluto, Bernini, solido e lieve, un’aquila giovannea, capace di volare al di sopra di ogni miseria e di posarsi su rocce inestinguibili. Il bello-buono che seduce grazie alla conoscenza del mondo, senza che la seduzione sia demoniaca finzione.
Un eroe. Bellissimo. Fulmineo. Travolgente quanto un moschettiere, impulsivo – dotato di una sorta di animo protoromantico – il Bernini del romanzo di Claudia Renzi si muove all’interno di una gerarchia di valori che egli sembra porre, in controtendenza, ricevendone in premio un potenziamento della propria chiaroveggenza e un’erculea immortalità.

Claudia Renzi modella le figure con indubbia abilità, compiendo uno scavo psicologico che rivela le anime nella vibrazione di un tendine sulla pelle levigata del marmo. Splendide le donne del suo romanzo. Quante virtù esprimono la monaca-pittrice Porzia – personaggio chiave del romanzo – e la bella, trepida educanda che poi diverrà moglie dell’artista, lungo un percorso che nel romanzo Claudia Renzi descrive in un’assoluta purezza, in grado di indurre, per opposizione, fremiti di voluttà e l’attivazione di campi magnetici dell’eros.
Eroi ed eroine che non conoscono infortuni della Virtù, mentre la Roma seicentesca nasconde il proprio ribollente disfacimento dietro una candida, inesausta germinazione di bellezza.

La trama del romanzo

Roma, 1634. Gian Lorenzo Bernini riceve una lettera che getta ombre sulla morte del cardinale Stefano Pignatelli, avvenuta undici anni prima. Si parla di avvelenamento: diceria o assassinio? L’artista, impegnato in innumerevoli commissioni da portare a compimento, non può tuttavia ignorare ciò di cui è stato messo a parte, anche in virtù di una muta promessa fatta a un suo mecenate, il cardinale Scipione Borghese, anch’egli morto da poco. Come può ora, dopo anni, risalire alla verità? L’indagine lo porta nelle celle di un monastero, dove trascorre i suoi giorni Porzia, una giovane stravagante, ma dotata di un grande talento artistico grazie al quale ha ricostruito quella che fu la scena del possibile delitto e modellato i suoi artefici. Ma Porzia all’epoca era solo una bambina: cosa c’entra con quell’omicidio? In una Roma barocca traboccante tanto di opere d’arte quanto di intrighi e misteri, Gian Lorenzo Bernini è protagonista indiscusso della magnificenza della città e del disvelamento di un assassinio ignorato da tutti. Temperamento iroso, ma al contempo testardo e geniale, si muove tra invidie e gelosie, fino a rischiare la vita e una scomunica.

Il taglio

Claudia Renzi, che conduce il lettore tra monumenti e sculture, quadri e conventi, costruisce un motore di trama che ricava dai meccanismi complessi di Shakesperare, dai romanzi ottocenteschi – Dumas e Hugo – e dai classici del “giallo” con connotazioni metafisiche – Poe – o del positivismo investigativo – Conan Doyle -.

Viaggiare con lei, in questo universo è davvero delizioso. Vediamo, ne Il sangue del drago, la stessa acutezza che l’autrice mostra nei saggi. Il lettore è avviluppato da una scrittura ricca e puntuale. Vibra qui la medesima forza coraggiosa che Claudia Renzi dispiega per portare i propri autori – tra i quali l’amatissimo Caravaggio – al di fuori dei luoghi comuni che spesso caratterizzano i semplificati crocevia della storia dell’arte. (maurizio bernardelli curuz)

Claudia Renzi
Il sangue del drago
Scrittura & Scritture
Il libro è ordinabile in libreria, in tutti gli store online e al sito dell’editore, www.scritturascritture.it

 

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Maurizio Bernardelli Curuz
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