Archeologia a colpo d’occhio. Cos’è una tegola romana con resti ossei. Scoperta ora un’area rara per la romanità

La zona era discosta rispetto al centro, ma qualche segno di occupazione, pur rado, esiste. La città gallo romana - che era stata fondata nel I secolo a.C. - si sviluppava nella piana. Fu solo nel agli inizi del IV secolo che venne abbandonata in favore di una rifondazione su un altopiano affacciato sul fiume

Una singolare necropoli nella quale, nel periodo romano, venivano inumati bambini molto piccoli – caso raro, nel mondo romano, è la presenza di questi cimiteri per bambini, i quali, venivano in genere sepolti soprattutto nei pressi delle abitazioni dei genitori – è stata trovata da una squadra dell’Inrap che sta scavando un’area di 500 m² nel centro di Place du Maréchal Leclerc ad Auxerre prima della sistemazione paesaggistico-urbana.

Sepoltura di un neonato in embrici. In particolare il piccolo è stato deposto in un laterizio di forma semicilindrica © Luc Staniaszek, Inrap

Questa ricerca, che completa il monitoraggio archeologico della riparazione delle reti (2023), permette di affrontare, nel 2024, le principali tappe dell’evoluzione urbana di Auxerre e in particolare di questo quartiere dall’antichità fino al XIX secolo. Auxerre è una città di 38.791 abitanti capoluogo del dipartimento della Yonne nella regione della Borgogna-Franca Contea.
Ai tempi in cui questa necropoli era in funzione, non sorgevano ancora, qui, sull’altopiano, edifici urbani. La zona era discosta rispetto al centro, ma qualche segno di occupazione, pur rado, esiste. La città gallo romana di Autessiodurum – che era stata fondata nel I secolo a.C. – si sviluppava nella piana. Fu solo nel agli inizi del IV secolo che venne abbandonata in favore di una rifondazione su un altopiano affacciato sull’Yonne.

Veduta generale del cantiere di scavo © Christophe Fouquin, Inrap

Le indagini archeologiche in corso permettono, appunto di appurare questa rifondazione che avvenne proprio nell’area “fuori le mura” in cui sorgeva anche il cimitero degli “innocenti”.

“Una necropoli perinatale che potrebbe utilizzare l’architettura a imbrex (tegola del canale) o a cassa – spiegano gli archeologi dell’Inrap – si sviluppò qui nel II – III secolo . Per fasciare i corpi venivano talvolta utilizzati anche spilli di bronzo o piccole fibule di ferro. L’assenza di sepolture di adulti indica che siamo in presenza di uno spazio funerario antico unico. I defunti appartenenti alla fascia infantile della popolazione si trovano raramente nelle necropoli suburbane ma piuttosto in luoghi dove gli affetti delle famiglie in lutto hanno la precedenza sulla legge romana. Si trovano quindi alla periferia di laboratori artigianali, residenze domestiche o edifici pubblici. Questo contesto di sepoltura rimane ancora sconosciuto nel caso di Auxerre”.

I bambini non venivano sottoposti ad incinerazione – come avveniva per la maggior parte degli adulti – ma i loro corpi venivano risparmiati dal rogo e adagiati su tegole o, in altri casi – come dimostra la letteratura scientifica specifica, in anfore che fungevano da culle. L’indagine che viene condotta dell’Inrap consentirà di capire quanti furono i bambini che subirono questa sorte e di individuare il periodo di età entro il quale questa pratica, ad Auxerre, terminava. Per ora di parla, nel caso di Auxerre di una necropoli perinatale. Secondo la Medicina, è il periodo compreso tra la 28ª settimana di gestazione e il 7º giorno dopo la nascita del feto, ma in termini storici il termine viene considerato spesso in maniera estensiva – come del resto autorizza l’etimologia – come comprendente il periodo perinatale, quello neonatale, tra la prima settimana di vita e i a 28 giorni e la prima infanzia (primi 2 anni).

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Maurizio Bernardelli Curuz
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