Durante la conferenza stampa di oggi, 17 aprile 2024, presso la sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce sono stati presentati i risultati della campagna di scavo 2024 condotta, in regime di concessione ministeriale, dal Comune di Ugento in collaborazione con l’Archaeological Mapping Lab dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del CNR in località Cupa, lungo l’attuale via San Francesco a Ugento.
Sono stati illustrati nel dettaglio gli esiti delle indagini archeologiche che hanno messo in luce un ampio tratto della cinta muraria messapica con tracce di distruzione e nella quale sono stati inaspettatamente rinvenuti reperti riferibili ad un antico episodio bellico noto dalle fonti scritte.
“La campagna di scavo, diretta dal Giuseppe Scardozzi per l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del CNR, nell’ambito delle attività previste dal Progetto PNRR Changes, segue un lungo lavoro di ricerca effettuato sulla documentazione cartografica e aerofotografica, cui si sono sommati i risultati delle prospezioni geofisiche condotte nel 2023 dal Geophysics Lab del CNR ISPC di Lecce, sotto la direzione di Giovanni Leucci. – afferma l’ISPC CNR Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale – Le indagini dirette, avviate nel gennaio 2024, hanno consentito di documentare un lungo tratto della cinta muraria ugentina, in questo punto caratterizzata da due paramenti in grandi blocchi di calcarenite messi in opera a secco che racchiudono un emplekton di pietre e terra. In particolare, è stata messa in luce la cortina esterna della cinta muraria (muro α), comprensiva dell’angolo NO delle fortificazioni, costituita da grandi blocchi di calcarenite locale disposti alternativamente di testa e per lungo nei filari sovrapposti, per uno spessore di 1,5 m ca.; il muro, che in questo punto si conserva per una lunghezza massima di 32 m e un’altezza massima di 1,48 m, presenta anche una cortina interna, ancora sepolta al di sotto del muro a secco moderno che le corre parallelamente. L’angolo della cortina, indagato con il fine di verificare la presenza di eventuali strutture di fortificazione, presenta tracce riconducibili alla riparazione (tamponatura) a seguito di un danneggiamento strutturale”.
“Del tutto inaspettatamente lo scavo ha finora restituito 69 ghiande missili in piombo e altri manufatti metallici, tra cui la punta in ferro di un dardo e un anello in bronzo con cartiglio iscritto, rinvenuti all’interno di uno strato posto all’esterno della cortina muraria che, sulla base di un esame preliminare dei frammenti ceramici rinvenuti nonché delle relazioni stratigrafiche, può essere datato con buona approssimazione alla seconda metà del III sec. a.C. – prosegue – l’ISPC CNR Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale L’ipotesi, quindi, è che questi ritrovamenti testimonino l’assedio finale subito da Ugento nel corso della guerra annibalica”.
Annibale Barca è stato uno dei più illustri condottieri e politici dell’antica Cartagine, nato nel 247 a.C. e scomparso nel 183 a.C. La sua figura rimane impareggiabile nella storia militare, soprattutto per le sue gesta durante la seconda guerra punica. Sin da giovane, Annibale sviluppò un profondo risentimento nei confronti di Roma e dedicò la sua vita a combatterla con ardore e astuzia.
Figlio del leggendario comandante Amilcare, Annibale condivideva il fervente spirito patriottico della sua famiglia, ed era il fratello maggiore di Asdrubale e Magone. La sua determinazione nel contrastare l’espansione romana lo portò a concepire un audace piano di guerra: invadere l’Italia attraverso una marcia senza precedenti dalla Spagna, attraverso i Pirenei e le Alpi.
Durante la sua campagna in Italia, Annibale inflisse una serie di sconfitte umilianti alle legioni romane, emergendo vittorioso in battaglie cruciali presso il Ticino, la Trebbia, il lago Trasimeno e soprattutto a Canne, in Puglia, dove il suo genio tattico raggiunse l’apice. Tuttavia, nonostante le sue vittorie clamorose, i Romani evitarono ulteriori scontri diretti e gradualmente riconquistarono i territori perduti.
La seconda guerra punica giunse alla sua conclusione con l’attacco romano a Cartagine, costringendo Annibale a ritirarsi in Africa. Dopo la sconfitta definitiva nella battaglia di Zama nel 202 a.C., Annibale guidò per un breve periodo la sua città natale, ma fu infine costretto all’esilio dai Romani.
In cerca di rifugio, Annibale si rivolse prima al re seleucide Antioco III in Siria e poi al re Prusia I in Bitinia. Tuttavia, quando i Romani chiesero la sua estradizione da parte di Prusia, Annibale preferì mettere fine alla sua vita piuttosto che subire l’umiliazione di cadere nelle mani dei suoi nemici. Così, nel 183 a.C., Annibale Barca si spense a Libyssa, Bitinia, lasciando dietro di sé un’eredità di coraggio, astuzia militare e implacabile opposizione a Roma.