Il nemico dei Romani. Scoperta tomba a camera del IV secolo con corredo. Cosa contiene. Cos’è quello che vedete

IMPERO ROMANO – Un ritrovamento di notevole interesse è stato compiuto, inaspettatamente a Gerstetten, un piccolo villaggio del Baden-Württemberg, in Germania. La notizia è stata comunicata nelle ore scorse dalla Regione tedesca. Gli archeologi sono stati chiamati a intervenire per uno scavo preventivo, in vista della realizzazione di edifici residenziali e di edilizia convenzionata.

Lo scavo della tomba @ Ufficio statale per la conservazione dei monumenti del Consiglio regionale di Stoccarda/Immagine: Yvonne Mühleis

Il pettine che ricorda una capanna @ Ufficio statale per la conservazione dei monumenti del Consiglio regionale di Stoccarda/Immagine: Yvonne Mühleis

Essi hanno proceduto, portando alla luce una tomba a camera alemanna. Essa è risalente all’epoca dell’impero romano ed caratterizzata da oggetti della cultura “germanica” – tra i quali un pettine a “capanna”, che vediamo nella foto – accanto a un contenitore vitreo di alta qualità e di matrice stilistica latina simile a quelli rinvenuti, nel passato, nel vicino forte romano.

Due vasi del corredo @ Ufficio statale per la conservazione dei monumenti del Consiglio regionale di Stoccarda/Immagine: Yvonne Mühleis

Ma chi erano, esattamente, gli alemanni? Alemanni significa “tutti gli uomini” e si riferisce a una confederazione formata soprattutto da gente che oggi definiremmo – per intenderci – tedesca, con qualche presenza celto-gallica. Gli Alemanni per un certo periodo collaborarono con Roma, divenendone poi acerrimi avversari. La tomba ritrovata risale a un periodo compreso tra il III e il IV secolo. Un’epoca di altissima conflittualità con Roma.

Scorrete questo elenco da brividi. Siamo proprio nell’epoca in cui visse l’uomo delle tomba a camera. Tra il III e il IV secolo d.C., gli Alemanni invasero, a più riprese, la Gallia e la penisola italica, affrontando diverse battaglie contro i Romani. Nel 260, nella Battaglia di Milano, Gallieno sconfisse 300.000 Alemanni. Nel 268, Claudio II li sconfisse nuovamente nella Battaglia del lago Benaco. Nel 271, Aureliano fu sconfitto dagli Alemanni nella Battaglia di Piacenza, ma si riprese con una vittoria a Fano, seguita dalla distruzione dell’esercito alemanno in ritirata nella Battaglia di Pavia. Nel 298, Costanzo Cloro vinse prima nella Battaglia di Lingones e poi in quella di Vindonissa. Nel 356, Giuliano subì una sconfitta nella Battaglia di Reims, ma nel 357 riuscì a espellere gli Alemanni dalla Valle del Reno nella Battaglia di Strasburgo. Nel 368, l’imperatore Valentiniano I sconfisse un’incursione alemanna nella Battaglia di Solicinium. Infine, nel 378, l’imperatore Graziano riportò un’importante vittoria sugli Alemanni nella Battaglia di Argentovaria.

Lo scavo della tomba dell’alemanno è stato intrapreso su incarico dell’Ufficio statale per la conservazione dei monumenti (LAD) del Consiglio regionale di Stoccarda e realizzato dalla società specializzata in archeologia ArchaeoBW, nell’ambito di un progetto di sviluppo interno promosso dal comune e da una società edilizia municipale, volto a creare nuovi edifici residenziali, inclusi alloggi a prezzi accessibili.

L’area del villaggio di Gerstetten è stata abitata fin dalla tarda antichità, e la scoperta della tomba ha aggiunto un importante tassello alla comprensione della presenza alamanna nella regione. Al centro dell’area di insediamento, gli archeologi hanno rinvenuto la sepoltura di un uomo di circa 60 anni, datata alla prima metà del IV secolo. La tomba, concepita come una camera di legno, si distingue per la sua costruzione complessa e per la sua posizione solitaria, un elemento tipico delle sepolture di questo periodo.

Tra i reperti conservati all’interno della tomba, spiccano vasi in ceramica e vetro, oltre al citato pettine. Particolarmente rilevante è una tazza di vetro di alta qualità, che trova un parallelo nei materiali portati alla luce, come dicevamo, vicina fortezza tardo romana di Guntia, nell’odierna Günzburg. Gli altri reperti rinvenuti mostrano chiari collegamenti con oggetti provenienti dall’area del Medio Elba-Saale, suggerendo possibili contatti culturali o scambi tra le popolazioni di queste regioni.

Le tombe alamanniche nel Baden-Württemberg sono estremamente rare e solitamente consistono in piccoli gruppi, di solito composti da cinque a dodici sepolture. Questa scoperta, dunque, assume un significato particolare e apre la possibilità che altre tombe possano essere ancora nascoste nella zona adiacente a sud, la quale non è stata ancora oggetto di esame archeologico.

Lo scavo nella Bismarckstrasse, che ha portato alla luce la tomba, è stato completato una settimana dopo la sua scoperta. Successivamente, i reperti sono stati trasferiti al laboratorio di restauro della LAD a Esslingen. Due vasi in ceramica sono già stati restaurati. Altri reperti e le ossa umane sono ancora in fase di documentazione da parte della società di scavo. Un’importante analisi è stata condotta su una costola dell’uomo, che è stata campionata per la datazione al radiocarbonio e inviata direttamente dallo scavo al laboratorio di Mannheim. Il risultato di questa analisi ha confermato la datazione tipologica del corredo funerario, stabilendo che l’uomo è deceduto tra gli anni 263 e 342 d.C.

Le indagini archeologiche nell’area non sono ancora terminate. Si prevede che gli scavi proseguiranno entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di svelare ulteriori dettagli sulla presenza alamannica in questa regione. Questo ritrovamento non solo arricchisce la storia locale, ma offre anche preziosi spunti per comprendere meglio le dinamiche culturali e sociali dell’Europa durante il periodo tardo-antico.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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