6 chilometri di mura e torri sorsero in poche ore dal nulla. I romani all’attacco. Nuovo studio rivela i segreti dell’assedio di Masada

IMPERO ROMANO – Questa ricerca, basata su tecnologie avanzate come la fotogrammetria e la modellazione 3D, si distingue per l’approccio innovativo nel ricostruire un complesso paesaggio di conflitto che ha resistito alla prova del tempo grazie alla sua posizione isolata e al clima arido del deserto della Giudea.

Lo studio “Il sistema d’assedio romano di Masada: un’analisi computerizzata 3D di un paesaggio di conflitto”, pubblicato il 29 agosto 2024 da Cambridge University Press e firmato dagli studiosi Hai Ashkenazi, Omer Ze’evi-Berger, Boaz Gross e Guy D. Stiebel, offre una nuova e dettagliata comprensione del sistema d’assedio romano che circondava la fortezza di Masada.

Contesto storico e importanza della ricerca

Masada è nota soprattutto per il suo ruolo durante la Prima Rivolta Giudaica contro l’Impero Romano (66-73/74 d.C.), quando divenne l’ultima roccaforte dei ribelli ebrei. Secondo il racconto dello storico giudeo-romano Flavio Giuseppe, l’assedio di Masada culminò con la tragica decisione degli assediati di suicidarsi in massa per evitare la cattura e la schiavitù. L’importanza simbolica di questo evento ha catturato l’immaginazione storica per secoli, ma, nonostante l’attenzione data alla fortezza stessa, il sistema d’assedio romano circostante è rimasto in gran parte trascurato dagli archeologi fino a oggi.

Il sistema d’assedio costruito dai Romani attorno a Masada è un esempio notevole di ingegneria militare. Esso comprendeva un muro di circonvallazione di circa 4,3 km di lunghezza, otto accampamenti militari disposti strategicamente, una rampa d’assedio e una rete di sentieri che collegavano l’altopiano della Giudea con la pianura del Mar Morto. Le fortificazioni, nel loro insieme, Il clima secco e la remota posizione di Masada hanno contribuito alla conservazione di queste strutture, che includono ancora oggi resti visibili come muri, basi di tende, torri e una possibile cisterna per l’acqua. Anche il legno utilizzato per la costruzione della rampa d’assedio è sorprendentemente ben conservato.

Metodi di ricerca e scoperte principali

L’obiettivo dello studio era migliorare la comprensione del paesaggio di conflitto attorno a Masada utilizzando metodi archeologici contemporanei. I ricercatori hanno condotto un’indagine completa della superficie e hanno utilizzato la fotogrammetria 3D per modellare il sistema d’assedio, rivelando dettagli significativi sulla costruzione e le funzioni delle strutture romane. “Dopo un’indagine completa della superficie e una modellazione 3D fotogrammetrica”, scrivono gli studiosi, “dimostriamo che il muro di circonvallazione era alto 2-2,5 m e svolgeva diverse funzioni: come ostacolo, mezzo di guerra psicologica e piattaforma da cui organizzare contrattacchi.”

Una delle scoperte più significative riguarda i tempi di costruzione del sistema d’assedio. Lo studio sfida le stime precedenti, secondo le quali i Romani avrebbero potuto completare il muro di circonvallazione in soli 5 giorni. Queste stime si basavano su un discorso di Adriano ai soldati romani in Africa, in cui affermava che un soldato poteva costruire 1 m³ di muro di pietra al giorno. Tuttavia, gli autori dello studio ritengono che questa cifra sia esagerata. “I nostri calcoli del carico di lavoro mostrano che 5.000 uomini avrebbero potuto costruire il sistema d’assedio attorno a Masada in 11-16 giorni”, sostengono i ricercatori, spiegando che le loro stime si basano su una comparazione con l’assedio di Gerusalemme del 70 d.C., dove una forza romana cinque volte più numerosa costruì un sistema d’assedio più grande in tre giorni.

Il muro di circonvallazione, lungo 4.290 metri, e le fortificazioni degli accampamenti, che aggiungono altri 1.980 metri, per un totale di 6.270 metri, avevano una larghezza stimata di 2 metri e un’altezza di 2,5 metri. Le torri, secondo le misurazioni e stime basate sulle pile di pietre conservate, erano alte circa 3,5 metri. Complessivamente, il volume di pietre necessarie per costruire il muro, le torri e gli accampamenti è stato stimato in circa 26.700 m³.

Funzioni strategiche e psicologiche del sistema d’assedio

Il sistema d’assedio romano non era solo un’opera ingegneristica impressionante, ma anche un’arma psicologica potente. Il muro di circonvallazione, in particolare, aveva lo scopo di isolare completamente gli assediati, impedendo rifornimenti e rinforzi e riducendo qualsiasi speranza di salvezza. Come sottolineano gli autori, “La circonvallazione inviava un messaggio agli assediati che il consenso non era più un’opzione e che l’assalto era vicino”. Questa tattica era volta a suscitare sentimenti di disperazione tra i difensori e a minare il loro morale, una strategia che spesso portava alla resa degli assediati, come accadde in altri celebri assedi romani.

Tuttavia, la costruzione di una circonvallazione non era priva di rischi. Richiedeva un grande impiego di manodopera e tempo, fattori che potevano ritardare l’assalto finale. Nonostante ciò, i Romani erano ben addestrati in queste operazioni e riuscivano a bilanciare efficacemente la necessità di sicurezza con l’urgenza dell’assalto. La costruzione rapida del sistema d’assedio attorno a Masada testimonia l’efficienza e la disciplina dell’esercito romano, capace di completare un’opera così complessa in tempi record.

Interpretazioni e implicazioni

Lo studio non solo ricostruisce le dinamiche materiali dell’assedio, ma offre anche interpretazioni sulle motivazioni strategiche dei Romani. Alcuni ricercatori hanno suggerito che l’assedio di Masada, nonostante la disparità numerica tra i Romani e i ribelli, fosse motivato dalla necessità di affermare il dominio totale dell’Impero su una regione turbolenta. Secondo questa teoria, l’assedio di Masada rappresentava un monito per altre popolazioni potenzialmente ribelli e un modo per “ripristinare l’impressione della potenza romana”.

Altri studiosi, invece, hanno ipotizzato che la motivazione principale fosse la protezione di interessi economici, in particolare la vicina oasi di ‘Ein Gedi, nota per la produzione del prezioso profumo balsamico (opobalsamum). Questa interpretazione suggerisce che i Romani fossero preoccupati non solo per la stabilità politica, ma anche per il controllo delle risorse economiche vitali nella regione.

Conclusioni

“Il sistema d’assedio romano di Masada: un’analisi computerizzata 3D di un paesaggio di conflitto” è uno studio pionieristico che arricchisce la nostra comprensione delle tecniche militari romane e delle dinamiche di uno degli assedi più iconici della storia. La ricerca dimostra non solo l’efficacia ingegneristica dell’esercito romano, ma anche la complessità delle strategie psicologiche e materiali impiegate per garantire il successo in situazioni di guerra d’assedio. Grazie a questo studio, Masada non è più vista solo come un simbolo di resistenza disperata, ma anche come un esempio di precisione e potenza militare romane.

FONTE: Hai Ashkenazi, Omer Ze’evi-Berger, Boaz Gross
and Guy D. Stiebel, The Roman siege system of Masada: a 3D computerized analysis of a conflict landscape, Published online by Cambridge University Press

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa