Nell’ambito delle indagini archeologiche condotte nelle ultime settimane nel territorio di Piuro, un’importante scoperta ha riportato alla luce un prezioso anello d’oro.
Durante i rilievi lungo il fiume Mera, un gruppo di ricercatori guidati dalla prof.ssa Cristiana Achille del Politecnico di Milano, con la collaborazione di Sergio Castelletti e della studentessa valchiavennasca Nikole De Stefani, ha rinvenuto uno splendido anello d’oro in eccezionale stato di conservazione. La notizia è stata data poco fa da Omar Iacomella, sindaco di Piuro, un Comune di 1881 abitanti della provincia di Sondrio..
L’anello, impreziosito da un grande castone rosso e circondato da piccole pietre sui lati, non era associato a contesti archeologici specifici, confermando l’ipotesi che sia stato trascinato e rimescolato dalla frana del 1618, un evento catastrofico che cancellò Piuro, seppellendo la città e molte delle sue ricchezze sotto tonnellate di detriti.
La raffinata lavorazione e la qualità del manufatto indicano una probabile datazione al periodo tardo rinascimentale. Siamo, molto probabilmente, a livello di design, al periodo del Manierismo maturo, verso la fine del Cinquecento, con preannunci del Barocco. Erano gli anni in cui Piuro era un centro commerciale fiorente e dinamico. L’anello, probabilmente appartenuto a una personalità di spicco dell’antica Piuro, riflette il grande benessere e il prestigio che i suoi abitanti avevano raggiunto tra il Cinquecento e agli inizi del XVII secolo. L’epoca in cui fu prodotto coincide proprio con quel periodo di massima fioritura.
L’anello è stato portato nella Sala delle Monete del Palazzo Vertemate-Franchi a Prosto di Piuro, uno degli edifici storici più rappresentativi della zona, e sarà esposto al pubblico in occasione dell’Open Day degli scavi, in programma per la prossima settimana presso il sito del “Mot del Castel”. Qui, gli archeologi stanno indagando i resti di un castello medievale che testimonia l’antico splendore del territorio.
La storia di Piuro: una città sepolta dalla frana del 1618
Piuro è una piccola località situata nella Valchiavenna, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera. Conosciuta oggi per i suoi paesaggi montani e per il turismo naturalistico e culturale, Piuro ha una storia antichissima che culmina tragicamente nel 1618, quando una frana di proporzioni devastanti travolse l’intera città, seppellendola sotto tonnellate di massi e detriti. Questo cataclisma naturale cancellò quasi completamente un centro che, nei secoli precedenti, era stato uno dei più importanti della regione.
Nel periodo tardo medievale e rinascimentale, Piuro era un fiorente centro commerciale, noto soprattutto per la sua produzione di pietra ollare, un tipo di roccia utilizzata per la realizzazione di utensili e contenitori da cucina. Grazie alla sua posizione strategica lungo le rotte commerciali che collegavano l’Italia alla Svizzera e ai Paesi del Nord Europa, Piuro si sviluppò come un polo commerciale di rilevanza internazionale. Le famiglie piurasche, molte delle quali impegnate nel commercio, si arricchirono notevolmente, rendendo la città un esempio di prosperità economica e artistica.
Nel XVI e e nei primi anni del XVII secolo, Piuro raggiunse il suo apice, diventando una delle città più ricche della Valchiavenna. Era conosciuta per i suoi palazzi signorili, le chiese eleganti e le sue opere d’arte. I mercanti locali, che intrattenevano rapporti commerciali con l’Europa settentrionale, importavano cultura, mode e stili architettonici, contribuendo a trasformare la città in un centro dinamico e cosmopolita. Tuttavia, questa prosperità fu bruscamente interrotta dalla frana del 25 agosto 1618, che distrusse completamente Piuro e causò la morte di oltre 1000 persone. La frana cancellò non solo il paese e le sue ricchezze, ma anche intere famiglie. I pochi superstiti e i piuraschi scampati alla rovina fondarono Borgonuovo. Il disastro ebbe vasta eco in tutta Europa, finendo per essere citato a distanza di secoli da Ludovico Antonio Muratori e Immanuel Kant.
La rinascita e gli scavi archeologici
Dopo la frana del 1618, i resti dell’antica Piuro rimasero sepolti fino agli inizi del XX secolo, quando iniziarono le prime campagne di scavo. Il nuovo centro si sviluppò in un altro punto del territorio comunale. Oggi, Piuro antico è oggetto di numerose ricerche archeologiche che stanno lentamente riportando alla luce frammenti del suo antico splendore. Gli scavi condotti presso il “Mot del Castel”, dove sono stati rinvenuti i resti di un antico castello, hanno permesso di recuperare importanti testimonianze della vita medievale e rinascimentale. Questi ritrovamenti, insieme alle indagini condotte lungo il corso del fiume Mera, stanno svelando nuovi dettagli sulla storia di questa città scomparsa.
L’anello d’oro rinvenuto recentemente rappresenta uno degli oggetti più significativi recuperati negli ultimi anni, sia per il suo valore artistico sia per quello storico. Grazie al progetto di studio archeologico del 2024, finanziato da Regione Lombardia e supportato dall’Università di Verona e dall’Associazione Italo-Svizzera per gli Scavi di Piuro, gli archeologi stanno approfondendo lo studio di questo manufatto, nella speranza di scoprire ulteriori dettagli sulla sua origine e sulla personalità a cui appartenne.
Valorizzazione del patrimonio di Piuro
Il recupero e la conservazione dell’anello, così come dei numerosi altri reperti rinvenuti nel territorio, rappresentano un importante passo nella valorizzazione del patrimonio storico e culturale di Piuro. La Sala delle Monete di Palazzo Vertemate-Franchi, dove l’anello è esposto, è uno dei luoghi simbolo di questa rinascita culturale, offrendo ai visitatori l’opportunità di conoscere più da vicino la storia della città e dei suoi abitanti.
L’obiettivo delle indagini archeologiche è quello di restituire al pubblico un’immagine sempre più chiara della Piuro scomparsa, affinché la memoria di questa antica città non venga dimenticata. Le attività di scavo continueranno nei prossimi anni, e gli studiosi sperano di poter riportare alla luce altri frammenti della vita quotidiana e del lusso che caratterizzavano Piuro prima del disastro.
In conclusione, il recente ritrovamento dell’anello d’oro, simbolo di una Piuro ricca e raffinata, è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di scoperte che, passo dopo passo, stanno riscrivendo la storia di questa antica città sepolta.